La nuova salita al trono da parte di Totti provocherebbe un declassamento dello storico nemico Baldini. Occhio, però, ai colpi di coda perché il dirigente toscano è ancora il pupillo di Pallotta.
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Baldini rivale di Totti, ma è quasi fuori
Occhio, però, ai colpi di coda perché il dirigente toscano è ancora il pupillo di Pallotta
La sua riforma per la Roma del futuro prevede l’ingaggio dell’eccentrico Luis Campos, il ds portoghese del Lille, e la scelta di un allenatore tra Sarri, Giampaolo e Jardim. Fin qui d’altronde le scelte di Baldini hanno condizionato il cammino americano della Roma nel bene e (spesso) nel male.
Così come aveva fatto sotto la gestione Sensi quando però viveva nella capitale. Franco, che ha abbandonato la carica ufficiale nel 2013, ha portato a Roma Luis Enrique, riportato Zeman e favorito gli affari con la Premier.
In entrata (vedi Dzeko, Cole o Szczesny) e in uscita (Alisson, Salah e Lamela). Eppure Baldini - che sotto la gestione Sensi era decisamente più presente - non è mai stato convinto del suo ruolo come si legge in un’intervista del 2011 rilasciata a La Repubblica: "A lungo ho sperato che gli americani non mi prendessero. Ho dipinto me stesso e l’Italia come esseri inconciliabili, ho detto loro come e perché si sbagliavano a scegliermi".
(F.Balzani)
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