rassegna stampa roma

All’ultimo stadio. Tangenti per le delibere. In carcere il grillino De Vito

Il presidente del Consiglio comunale arrestato con altre 3 persone

Redazione

Uno tsunami. Proprio come il nome del tour di Beppe Grillo. Il Movimento 5 Stelle romano è nella bufera più assoluta. Ieri mattina è finito in carcere (assieme ad altre 3 persone) Marcello De Vito, presidente del Consiglio Comunale e purista grillino da sempre. Su di lui pesa l'accusa di corruzione. Ed è l'ultima pedina, in ordine di tempo, mangiata dal vortice dello stadio della Roma.

Quali sono le accuse che gli muove la Procura? L'esponente grillino avrebbe incassato direttamente o indirettamente delle elargizioni, questa l'ipotesi dei pm Barbara Zuin e Luigia Spinelli, dal costruttore Luca Parnasi.

De Vito, in cambio, avrebbe promesso - all'interno dell'amministrazione pentastellata guidata dalla sindaca Virginia Raggi - di favorire il progetto collegato allo stadio della Roma.

Con lui è finito a Regina Coeli anche l'avvocato e sodale del politico, Camillo Mezzocapo. Oltre 230mila euro sono stati erogati e 160mila sono stati promessi a Marcello De Vito e a Camillo Mezzacapo dai gruppi imprenditoriali coinvolti nell'inchiesta. Nei guai anche i fratelli Claudio e Pierluigi Toti (indagati): avevano dato già 48mila in cambio dell'interessamento per il progetto di riqualificazione degli ex mercati generali di Ostiense.

È quanto accertato dall'analisi dei flussi finanziari sulle società attraverso le quali Camillo Mezzacapo avrebbe ricevuto una serie di consulenze-tangenti prima di girarle sul conto della Mdl srl, che secondo il Gip era una sorta di cassaforte nata per custodire i profitti raccolti illecitamente da Marcello De Vito e l'amico. Le intercettazioni sono davvero scottanti. "Questa congiunzione astrale tra... - dice Mezzocapo a De Vito - tipo l'allineamento della cometa di Halley... hai capito? Cioè è difficile che secondo me si riverifichi così noi... Marce'... dobbiamo sfruttarla sta cosa, secondo me, cioè guarda... ci rimangono due anni, poi ci godiamo una meritata pensione".

Lo stesso De Vito sarebbe stato impaziente di dividere il bottino dei soldi erogati dai costruttori, "Va bene, ma distribuiamoceli questi", diceva intercettato. Mezzacapo però, cauto e circospetto, lo invitava alla calma: "Adesso non mi far toccare niente, lasciali lì...quando tu finisci il mandato".

Luigi Di Maio ha subito espulso De Vito dal Movimento: "Ciò che ci ha sempre distinto dagli altri partiti è la reazione di fronte a casi del genere. De Vito potrà e dovrà infatti difendersi in ogni sede, nelle forme previste dalla legge, ma lo farà lontano dal MoVimento 5 Stelle". La Raggi appoggia il suo leader: "Parole sacrosante". Il Premier Conte dice che "il Movimento è pulito e ha gli anticorpi per reagire a episodi simili". Il Pd chiede le dimissioni della Raggi. Ma la Sindaca le ha subito respinte: "Vado avanti".

(F.Pasqualetti)