Ogni gennaio è sempre peggio. Di "riparazione" si comincia a chiacchierare a ottobre, la finestra resta aperta un mese, ma di aria nuova ne entra poca, come scrive Condio su La Stampa.
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Serve a pochi e non piace più. Il flop del mercatino di gennaio
Qualche colpo vero, all’estero, chi ha i soldi lo fa. Da noi, invece, si spara a salve
Tra l’inutile e il mal sopportato (specie dagli allenatori), il mercato-bis è ai minimi di gradimento. Qualche colpo vero, all’estero, chi ha i soldi lo fa. Da noi, invece, si spara a salve. Prestiti, più che altro.
Tra gli scambi di quest'anno può cambiare l’inerzia solo il Rafinha neo interista, forma dell’ex Barça permettendo. Il resto intriga poco. O, per meglio dire, può al massimo condizionare la zona bassa della classifica.
Finendo col dare ragione a chi invoca da tempo l’eliminazione, o quantomeno la riduzione, di questa finestra invernale. In prima fila, ci sono tutti gli allenatori. Tutti contro, anche se il più stressato pare Di Francesco, alle prese con il tormentone Dzeko: "Quando ho scelto la Roma mi era stato detto: o accetti o torni a casa – ha ammesso ieri -. Non conoscevo i conti, però. Ora sono pronto a tutto". Il bosniaco, intanto, ce l’ha ancora.
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