Avevano addosso gli occhi della giovane Europa. Gli sono rimasti gli sguardi, poco concilianti, dei compagni di squadra, delusi da chi avrebbe dovuto aiutarli a rendere magico l’Europeo ed è finito fuori dalle regole. Moise Kean e Nicolò Zaniolo non si sono svegliati la mattina della sfida al Belgio. E quando lo hanno fatto era tardi perché, al piano di sotto dell’albergo, la nazionale dei nostri ventenni stava già sudando per sciogliere i muscoli. "Una, due o tre volte va bene. Dieci no...", si è lasciato sfuggire il tecnico degli azzurrini Gigi Di Biagio all’uscita dallo stadio di Reggio Emilia. In camera insieme una, due, tre volte va bene. Dieci no perché gli inseparabili Kean e Zaniolo hanno vissuto la loro personale avventura europea più a postare video di balletti improvvisati o ad accumulare ritardi alle riunioni di squadra che ad infastidire i portieri avversari. I numeri: 105 minuti in campo per il giovane bianconero, zero tiri nello specchio, 51 quelli del giallorosso, zero idee e due cartellini gialli con turno di squalifica contro il Belgio. L’Europeo in fuorigioco di due dei sei già grandi del nostro pallone è una piccola, ingombrante, ferita all’intero movimento perché la notizia della loro punizione per motivi disciplinari ha fatto il giro del pianeta calcio e, in un attimo, la bella gioventù azzurra è apparsa un po’ meno bella.
rassegna stampa roma
Kean e Zaniolo, un Europeo in rosso
Video in camera e ritardo in campo: l’atteggiamento nell’Under 21 può costare la chiamata del ct Mancini a settembre
Secondo La Stampa, bene ha fatto Di Biagio a scegliere la linea dura. Una linea condivisa dai vertici della Figc e dal ct Roberto Mancini, impegnato, a far sì che le porte delle varie rappresentative nazionali siano aperte e comunicanti: per crescere servono anche i messaggi più duri e, così, è probabile che quando l’Italia di Chiellini e Bonucci tornerà sotto i riflettori a settembre, per Kean e Zaniolo non ci sarà spazio. Gli azzurrini sono ancora tutti alle porte di Bologna, dentro ad un quartier generale di Casteldebole con la tv accesa sulle ultime sfide di un Europeo amaro. Ci sono anche Kean e Zaniolo. E c’è uno spogliatoio dove i più quotati Chiesa, Barella, Pellegrini e Mancini non hanno tradito le attese, anzi: quando si è trattato di dare la scossa, e l’esempio, molto, se non tutto, è partito da loro. Kean il predestinato ha sbagliato. Zaniolo, il baby d’oro è uscito dai radar dalla notte della possibile consacrazione, quella della doppietta al Porto in Champions con la Roma: la notte della sfida al Belgio, gli sguardi dei compagni erano gelidi.
© RIPRODUZIONE RISERVATA