A Udine a Benatia lo chiamavano Benegol, a Roma si è messo a sparare e non ha avuto problemi a ribadire il gesto davanti agli ex: "Batterli era importante, con una mia rete è ancora meglio. Avrei fatto fallo con un blocco? Onestamente non credo". E si è visto dal numero dei colpi mimati. Del resto, con i giallorossi non era stato proprio un addio tranquillo, come scrive Zonca su La Stampa. In Germania gli avevano proibito di festeggiare così, e non era una brutta idea, ma questo è il suo marchio e se lo è ripreso.
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Benatia, il pistolero che spara al passato
Il difensore: "Batterli era importante, con una mia rete è ancora meglio"
Elogiato, applaudito, votato dai tifosi giocatore del mese, incassa cauto. Si distrae sul finale della sfida che può essere una svolta, però dopo il gol, dopo gli spari, si sente in estasi. Si lascia travolgere da Pjanic, un amico, un transfugo come lui e come Szczesny, decisivo in questa partita costruita dai bianconeri per essere demolita subito.
Con la Roma si annebbia solo dopo 80 minuti, un attimo di buio in cui Florenzi potrebbe fare male e invece la palla si ferma sulla traversa e un errore che lascia a Schick il tiro della partita: "Per fortuna Szczesny è stato fenomenale, la mia esitazione ci poteva costare tanto. Invece siamo ancora la squadra da battere".
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