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Una mano dal Var e la Roma respira

LaPresse

2-1 al Parma in rimonta, negato un rigore ai gialloblù

Redazione

L’allegria non abita qui ma almeno la Roma si mantiene viva. Torna a vincere. E non è una notizia da poco. Anche se macchiata dal sospetto di un rigore che l’arbitro Fabbri non ha fischiato per un tocco di braccio del romanista Mancini. La Roma non è una squadra che trasmette la gioia di vivere e che stimola il piacere di veder giocare a pallone. Non lo era nelle sconfitte, non lo è nella vittoria. Di allegro non ha proprio niente, scrive Enrico Sisti su "La Repubblica": il gioco, la classifica, le prospettive (il Siviglia in Europa League). Non può regalare emozioni forti: fa ciò che può. Si potrebbe addirittura dire che questa sia la Roma di Bruno Peres. È lui a simboleggiare il momento giallorosso e a regalare l’assist per la rete dell’1-1 di Mkhitaryan. Aspettarsi di più non era all’ordine del giorno. Il Parma era la tappa da sfruttare per evitare la gogna delle quattro sconfitte consecutive. E pensare che per la Roma la partita era iniziata all’insegna della maledizione auto-indotta: l’ultimo esperimento di Fonseca era stato infatti di piazzare Cristante al centro della difesa a tre, ma è bastato il primo lancio in profondità perché il nuovo centrale difensivo sbagliasse il posizionamento preventivo. E Cornelius s’è involato per il rigore di Kucka. La reazione giallorossa è stata sulle prime blanda. Solo un palo di Pellegrini prima del pari di Mkhitaryan. Poi più intensità. Bel destro di Veretout per il 2-1. Le note di C’era una volta in America, in ricordo di Ennio Morricone, hanno aperto la serata: davvero il Maestro non meritava uno stadio ridotto a terra desolata.