Il campionato di Serie A è appeso al filo dei contagi, lo sanno la Federcalcio e la Lega calcio, lo sanno soprattutto i club che, da mesi, faticano drammaticamente a trovare liquidità. Per evitare il fallimento dell’intero sistema esiste solo una strada: continuare a giocare. Ad ogni costo. Come riporta Matteo Pinci su "La Repubblica", la riunione tra i medici sportivi delle 20 società non ha prodotto proposte utili. L’impressione collettiva è che mettere mano al protocollo, oggi, equivalga a fermarsi per non ripartire più. E allora nascono altre idee.
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Una bolla per salvare la Serie A. E i play-off non sono più tabù
L’ipotesi per andare avanti: mini lockdown per le squadre. Ma ai giocatori non piace
Una, di cui nessuno vuole apertamente prendersi la paternità, è una vecchia tentazione: una “bolla”. Tutte le squadre chiuse in ritiro — sul modello della Nba — anche solo per due settimane, uscendo solo per giocare, con test ogni 4 giorni. Questo permetterebbe di evitare di smaltire i molti casi senza che nel frattempo se ne aggiungano altri, non rischiando così di interrompere il campionato. L’idea della “bolla”, ritenuta indispensabile a livello politico-sportivo, non piace ai calciatori, molto contrari già a maggio, quando pareva l’unica strada per riprendere il campionato fermo da marzo. I club li assecondano, ma sanno che una misura urge. E con altri giocatori importanti, irrinunciabili costretti fuori, la necessità di chiudersi diventerà evidente.
Nel frattempo, però, sempre più società sembrano ventilare la possibilità di non giocare, in caso di assenze. Sempre più società stanno aprendo a una vecchia suggestione che in passato avevano invece bocciato: decidere il campionato attraverso i play-off. Un piano play-off la Federcalcio ce l’ha, per decidere il campionato in poche settimane, anche solo 8 date.
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