Le buone notizie. Raggiunta la Lazio. Vinto alla ripresa del campionato nella prima giornata dell’anno solare, scrive Enrico Sisti su La Repubblica. Cosa non da poco se consideriamo i trascorsi.
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Un grigiore che lo stadio non merita
Insomma: vincere col Bologna è stato utilissimo. Decisivo l’unico spunto di Dybala. O meglio la punta del suo piede sinistro. Con quella parte del corpo l’argentino ha ottenuto infatti dopo pochi minuti il rigore trasformato da Pellegrini. Poi la solita ordinaria e grigia amministrazione, fra lanci nel vuoto e paure assortite. Mentre sugli spalti, come al solito ricolmi, andava in scena lo spettacolo vero.
La Roma non risponde in frequenza. Tetragona, mantiene fede al proprio statuto. Non si adegua. Da offrire, purtroppo, non ha che se stessa. Ossia ciò che vediamo. Frenata dai suoi congeniti limiti (la non visione della porta, la non qualità dei passaggi, l’assenza di possesso palla), si scompone e si ricompone cercando dignità. La sosta non poteva portare a grandi mutazioni.
È arrivato Solbakken. Forse un giorno apparirà Wijnaldum. Ma il gioco? La musica? Chimere? Con Dybala in perenne ricondizionamento, la Roma sporca basta per superare il Bologna (e deve dire grazie ad Abraham che salva sulla linea a cinque palmi dal traguardo).
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