(La Repubblica-E.Sisti) Il centravanti che non c’era adesso c’è, per la Roma e per Prandelli. Ha i movimenti dello spietato, si posiziona per istinto, crea intercapedini fra sé e il suo marcatore, vede la porta come pochi. Mattia Destro ha saltato la prima parte della stagione portandosi dietro un’operazione al ginocchio su cui s’erano addensati dubbi e paure. Quando è tornato pareva spaurito, debole.
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Un, due, tre: Destro infiamma la Roma e il sogno Mondiale
(La Repubblica-E.Sisti) Il centravanti che non c’era adesso c’è, per la Roma e per Prandelli. Ha i movimenti dello spietato, si posiziona per istinto, crea intercapedini fra sé e il suo marcatore, vede la porta come pochi.
Eppure anche quando ciondolava in campo senza il passo gara, già la buttava già dentro. Il Mattia Destro 2.0, il software di un campione aggiornato, venne messo in vendita al pubblico l’8 dicembre scorsa: quella corsa liberatoria verso il suo mare, verso la liberazione da un mezzo incubo dopo il gol vittoria segnato alla Fiorentina. La Roma ne ha preso atto, ha cominciato a contare, Totti può stare tranquillo.
Con i tre di ieri (la sua prima tripletta da professionista dopo una vita da «mostro » nelle giovanili dell’Inter), Destro è arrivato a 13 gol in campionato, come Balotelli e Gilardino, che al contrario di lui hanno giocato quasi sempre. La sua media è spaventosa. In Europa è a pari merito con Cristiano Ronaldo: 1 gol ogni 85 minuti giocati, ha collezionato 18 presenze di cui 6 sono fettine di partita. Meglio di lui, ma di poco, soltanto Leo Messi, come Destro a lungo infortunato (1 gol ogni 78 minuti). Superato ieri Luis Suarez, anche lui assente a inizio campionato per la lunga squalifica (1 gol ogni 87 minuti). Questo ragazzo vagamente antico che ricorda Rossi, Inzaghi, Klose, Bebeto, Butragueño, essenziale, feroce, impassibile, ha guidato la Roma a uno «struscio» domenicale.
Una passeggiata senza scossoni. E’ surreale pensare che poche ore possano bastare per disseminare di incertezze la campagna scudetto dei bianconeri: tuttavia in questo momento la Roma è a cinque punti dalla vetta. La fede non è niente finché uno non la mette alla prova. E così il gruppo Garcia ci crede. Magari è solo una favola ma ha il dovere di crederci. Ieri i giallorossi erano in versione “spending review”, sono stati superiori in tutto andando al minimo di spesa. Capita spesso quando bisogna dosare le ultime forze con 14 giocatori effettivi in rosa.
Il vantaggio (32’) nasce da un contropiede sull’asse Nainggolan-Destro-Gervinho- Destro cui i centrali sardi Astori e Oikonomou oppongono gambe sparse. Destro lì c’è sempre. Subito dopo Mattia si azzuffa con Astori ma l’arbitro Massa lo ammonirà più tardi per simulazione. Come Florenzi e Pjanic, Destro salterà l’Atalanta. Un’altra ripartenza: ancora l’ottimo Nainggolan serve Destro per il raddoppio (11’ st). La squadra di Lopez non ha più fiducia, né voglia, né forza. La Roma riparte quando vuole. Gervinho per Florenzi, cross teso basso e al 28’ Destro firma l’”hat trick”. Due fesserie, una di De Sanctis con i piedi, una di Benatia su Pinilla, provocano il rigore che lo stesso Pinilla trasforma al 44’ senza nulla togliere all’angosciante vacuità del Cagliari di ieri. Nella notte, l’esonero di Lopez.
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