Lo stop di Dzeko ed El Shaarawy è una doppia tegola di quelle che rischiano di franare pesantemente sul cammino romanista, già di suo piuttosto complicato, scrive Francesca Ferrazza su La Repubblica.
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Ultimo appello per Schick, vice Dzeko o sarà ceduto
Il talento domani con l’Inter deve sbloccarsi Stop alle auto fino alle 18.30. Il bosniaco ed Elsha ko fino alla Juve
A meno che la Roma non trovi in casa una diga da alzare per arginare il crollo, valorizzando nella sfortuna un uomo che da tempo chiede continuità e ora – a cominciare dall’Inter domani sera – ha la possibilità di giocarsi il suo futuro in giallorosso. Patrik Schick non è uno di quelli impermeabili a tutto, ragazzo tanto fragile quanto talentuoso, incapace di trasformare le sue paure in corazza calcistica, consapevole di essere per forza di cose a un bivio della sua carriera: o si prende la Roma, oppure la Roma lo cederà in prestito il prossimo mese (quando compirà 23 anni), per provare a dargli una scossa in modo diverso.
Nei 329 minuti in cui è stato finora in campo, l’attaccante ne ha giocati 85. Ha quindi toccato la palla una volta ogni quattro minuti circa mentre Dzeko, tanto per dire, ne gioca uno ogni due minuti e mezzo. Indicativa anche la media dei tiri (2,5 nelle quattro gare in cui è partito titolare). In un anno e mezzo nella capitale, il giocatore ceco deve ancora trovare una propria identità, in primis tattica.
In attacco, tornerà oggi tra i convocati Perotti che, partendo dalla panchina, potrà dare una mano ai giovani rimasti a disposizione di Di Francesco (Schick, Under, Kluivert). Dovrebbe essere convocato anche Pastore mentre Lorenzo Pellegrini, che sembra stare molto meglio, è quasi impossibile possa farcela per domani: se ne riparlerà per la trasferta di Cagliari della prossima settimana.
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