Che la Roma stia rischiando di compromettere la qualificazione alla zona Champions per colpa dei flop infilati negli scontri diretti, è cosa nota. L’inedito emerso dopo la sconfitta contro il Milan è il tono dimesso utilizzato da Fonseca. L’ennesima batosta contro una big è un marchio inciso sul curriculum del portoghese, apparso amareggiato e in larga parte confuso, scrive Francesca Ferrazza su "La Repubblica". I Friedkin hanno supportato il tecnico nella vicenda legata a Dzeko, accettando venisse promosso titolare l’acerbo Borja Mayoral, ma con un unico diktat: arrivare tra le prime quattro. In otto gare di livello in questa stagione la Roma ha conquistato solamente tre punti, con tre pareggi e cinque sconfitte. Nei due anni di Paulo in giallorosso, i numeri raccontano di appena 3 vittorie in 21 scontri complessivi, infilando la coppa Italia, con ben dieci sconfitte che pesano come macigni.
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Troppi ko con le big, Dzeko è ancora un caso. E domani c’è la Fiorentina
L'ennesima batosta contro una grande è un marchio inciso sul curriculum di Fonseca
Ma il tempo dei processi non è questo. La Roma giocherà domani con la Fiorentina, poi contro il Genoa, prima degli ottavi di Europa League. Smalling ha ripreso a lavorare in gruppo e potrebbe partire per Firenze, mentre il club si giocherà l’ultima possibilità di poter riavere il punto perso a tavolino a Verona per l’inserimento nella lista errata di Diawara. Il Collegio di Garanzia del Coni ha accolto la richiesta dei giallorossi e l’udienza è stata fissata per venerdì 15 marzo.
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