rassegna stampa roma

Totti & Di Natale, il tramonto si fa triste

Due 'bandiere' dei rispettivi club, due capitani messi ai margini dai rispettivi allenatori. Ma Totti e Di Natale li hanno provocati ostinandosi

Redazione

Due club stanno ammainando le loro 'bandiere'. Roma e Udinese dedicano a Totti e Di Natale lo stesso atteggiamento. Francesco Totti che giocherebbe anche gratis ma non sa ancora che fine farà, come scrive Enrico Sisti su La Repubblica. Non decide lui, non decide la Roma. Di Natale che non si allena nemmeno pagato (pare svolga un part-time da anni) e viene messo fuori rosa «per non mancare di rispetto a chi lavora più di lui» ha detto il tecnico De Canio.

Totti e Di Natale sono distanti da quel calcio che s’è voracemente sfamato al ristorante delle loro bellezze. Totti si allena ma Spalletti, i suoi 15 Totti immaginari, sa che nelle gambe non hanno forse nemmeno dieci minuti di calcio vero. «Se fosse per i piedi io a Francesco farei un contratto per altri cinque anni. I piedi restano a vita. È il resto che…». «È quando la palla ce l’hanno gli altri che…». «È quando Di Natale passa mezzora fermo in campo che…».

Finire in quella credenza chiamata panchina o finire fuori rosa per «part-time» non sono soluzioni degne. Ma Totti e Di Natale le hanno provocate ostinandosi. A volte basterebbe guardarsi allo specchio. Per giocare bene ci vuole l’atleta, per smettere bene ci vuole l’uomo.

Quando gli infortuni aumentano e aumentano i tempi di recupero, quando salti un allenamento, due, tre, quando i ritmi cambiano e l’elasticità scompare, quando il dribbling diventa più complicato (Totti) e la brillantezza dello scatto svanisce (Di Natale), vuol dire che è ora. C’è bisogno dell’uomo. L’atleta ha fatto tanto. Anzi ha detto tutto.