(La Repubblica - M.Pinci) - Da mesi Antonio Conte ripete negli spogliatoi di Vinovo un’idea: «La Roma somiglia alla Juventus di due anni fa». Quello che forse il tecnico non immagina è che la somiglianza possa superare il mero aspetto sportivo. Arrivando in Italia l’americano Pallotta, più a suo agio con i palloni a spicchi che col football, ha studiato il calcio italiano, assorbito dati, numeri e sistemi di sviluppo. E scelto per la sua Roma un modello- azienda simile in tutto e per tutto a quello che, già da un paio d’anni, aveva deciso di intraprendere la Juventus.
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Strategie, mercato e stadio club rivali, ma stesso progetto
(La Repubblica – M.Pinci) – Da mesi Antonio Conte ripete negli spogliatoi di Vinovo un’idea: «La Roma somiglia alla Juventus di due anni fa».
Non a caso l’unico dirigente di calcio che il presidente Usa ha voluto incontrare è Andrea Agnelli: a ottobre e anche lo scorso maggio, quando i due pianificarono addirittura lo sviluppo commerciale dell’eventuale Supercoppa italiana, da giocare a New York. Purtroppo per lui, la Roma non la disputò mai. Ma Mr. president è rimasto colpito dalla storia dei bianconeri, in cinque anni dalla serie B allo scudetto. Lo stesso arco temporale che si è dato Pallotta per arrivare in cima alla serie A. «L’unica squadra che avvertiamo davvero come concorrente è la Roma», sospirano invece da Torino, dove più di una volta hanno incrociato sul mercato il ds giallorosso Sabatini.
Su Pogba c’era lui, Marotta fu più veloce. Il romanista si prese poi la rivincita con Destro. Calciatori giovani, riduzione del tetto ingaggi, investimenti mirati. E risultati. Gli acquisti del 2011 juventino somigliano a quelli romanisti dell’ultima estate: una star di personalità ripudiata dal proprio club (Pirlo; Maicon), un centrocampista top in Europa (Vidal; Strootman), un centrale affidabile (Barzagli; Benatia), qualche talento ancora inespresso (Vucinic; Ljajic). Ma a Torino avevano iniziato a “vincere” da prima, seguendo il modello virtuoso di Borussia Dortmund e Bayern, lo stesso cui guardano a Trigoria. E in Italia sono le uniche ad aver scelto un progetto a lunga scadenza di ristrutturazione aziendale e pianificazione sportiva. «Puntiamo sull’internazionalizzazione del brand»: parole di Agnelli, ma sembra di sentire Pallotta.
La Juve va in tour negli States dal 2010, la Roma ha iniziato due anni dopo, mutuando dai bianconeri anche la “hall of fame”, per celebrare le stelle storiche del club. C’è poi la questione stadio di proprietà: a Torino ha trasformato in 24 mesi «il peggiore bilancio della storia della Juventus » del 2011, in quello dei ricavi record, 283 milioni. Impresa che la Roma cerca da tempo di ricalcare. Per questo oggi a studiare lo Juventus Stadium ci sarà l’architetto Dan Meis, incaricato di realizzare il futuro stadio dei giallorossi: visita in mattinata all’impianto e un posto sugli spalti stasera, per studiarne peculiarità e caratteristiche. Ma a Torino avevano iniziato a produrre utili già nel vecchio Olimpico torinese, sviluppando l’area ospitalità e i palchi premium. Stessa strada percorsa oggi dalla Roma, prelevando dai bianconeri il dirigente che si era occupato del progetto, per replicarlo nell’Olimpico romano: con successo, visto l’incremento dei ricavi da gare del 43,5% in 12 mesi. Roma e Torino non sono mai state così vicine.
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