C’è l’interesse pubblico. Lo aveva detto la giunta, lo conferma la commissione Urbanistica del Campidoglio, seppure con alcuni distinguo. L’iter amministrativo per la realizzazione del nuovo stadio della Roma procede e ora toccherà all’Aula Giulio Cesare dire la sua, entro metà novembre quando la deliberà dovrebbe approdare in consiglio. Non sembra lontana, salvo sorprese, dunque, la posa della prima pietra per l’arena giallorossa a Tor di Valle, oltre 52mila posti per 320 milioni di euro di investimenti, che dovrebbe essere completata entro la prima metà del 2017 insieme alle opere pubbliche chieste dal Campidoglio. Il punto cruciale, attorno al quale ruota l’interesse pubblico (e il via libera del Comune), riguarda proprio le infrastrutture che dovranno affiancare lo stadio progettato dall’architetto Dan Meis.
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Stadio della Roma, ok in Commissione: “È un progetto d’interesse pubblico”
L'iter che dovrebbe portare alla costruzione dello stadio della Roma procede a piccoli passi
A provvedere al prolungamento della metro B da Magliana a Tor di Valle, all’adeguamento della via del Mare e della via Ostiense fino al Gra, alla realizzazione di un ponte ciclo-pedonale dalla stazione del treno Fl1 Magliana fino all’arena e alla creazione di un parco sul Tevere di 34 ettari sarà l’Eurnova del costruttore Luca Parnasi. «C’è stata un’attenzione meticolosa sul progetto — assicura l’assessore all’Urbanistica, Giovanni Caudo — questa delibera mette il Comune in assoluta garanzia».
I dubbi, però, in Campidoglio restano, anche all’interno della stessa maggioranza. Sel, che pure ha dato l’ok alla delibera, conferma la necessità di «ulteriori approfondimenti». Nel Pd, invece, va registrata l’astensione del presidente della commissione Patrimonio, Pier Paolo Pedetti. Le opposizioni, invece, si dividono. Ncd teme «rallentamenti sulla metro B a causa della realizzazione del prolungamento». Da Forza Italia, invece, arriva parere favorevole espresso dal coordinatore romano Davide Bordoni: «Ma vanno rispettati gli impegni sulla viabilità». Tra gli azzurri, però, Dario Rossin si astiene. Scontata la contrarietà di M5S: «Siamo a favore dello stadio ma bisogna cambiare la location».
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