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Stadio Roma, l’idea Flaminio agita la Raggi: la sindaca prova a contattare i Friedkin

LaPresse

La prima cittadina della capitale non vorrebbe vedersi "scippare" il progetto, ma i proprietari giallorossi non sono di grandi parole

Redazione

Con il progetto miliardario di Tor di Valle sempre più sullo sfondo, in dissolvenza a causa dei costi e di quel mastodontico business park che non fa rima con smart working, la Roma studia da vicino l’idea del trasloco al Flaminio. Un’idea suggestiva e di certo più sostenibile in termini economici che il club giallorosso sta analizzando con attenzione, al punto da aver già vagliato i possibili ostacoli sulla strada che portano alla ristrutturazione del vecchio impianto progettato da Pier Luigi e Antonio Nervi per le Olimpiadi del 1960.

Le alternative al Flaminio e a Tor di Valle (coi terreni pignorati e le polemiche tra Comune e Regione sulla Roma-Lido) restano Tor Vergata e Fiumicino. L’ultima, scrive Lorenzo D'Albergo su La Repubblica, è la pista che più spaventa il Campidoglio. Perché Virginia Raggi, dopo i "no" iniziali e quattro anni abbondanti persi in rinvii e approfondimenti, puntava anche sullo stadio della Roma per sostenere la propria ricandidatura. Vederselo scippare dalla Fiumicino del dem Esterino Montino non sarebbe un grande affare. Per questo la sindaca 5S ha preso ad agitarsi e nel corso del fine settimana ha cercato un contatto con la Roma. Ma i Friedkin, nuovi patron del club, non sono di grandi parole. Da quando sono in città pensano agli affari, poco alle chiacchiere. Con il Comune l’ultimo incontro per lo stadio risale a prima del lockdown e non è detto che l’incontro del 29 settembre con la grillina, all’ambasciata americana, non sia stato tanto il primo che l’ultimo.