rassegna stampa roma

Stadio, no della Pisana: “Impatto devastante”

Le difficoltà sull'opera vanno dai trasporti, al fronte paesaggistico, all'inquinamento acustico, fino ai vincoli della vicina riserva naturale Tenuta dei Massimi

Redazione

Da mesi si discute di ridimensionare il progetto dello stadio della Roma, ma nel parere contrario espresso dalla Regione sulla valutazione di impatto ambientale emerge che le difficoltà sull’opera prevista a Tor di Valle sono ben altre. Si va dai trasporti ai vincoli della vicina riserva naturale Tenuta dei Massimi, dal fronte paesaggistico all'inquinamento luminoso. Ostacoli sono emersi persino per i disturbi prodotti dai miasmi che si levano dal depuratore di Roma Sud e sull'accessibilità dei previsti negozi ai disabili. Una serie di paletti destinati dunque a ostacolare anche il nuovo stadio che vorrebbe realizzare il M5S, per cui, in base ad alcune indiscrezioni, venerdì prossimo il sindacoVirginia Raggidovrebbe incontrarsi con il presidente giallorossoJames Pallotta, come riporta Pistilli su La Repubblica.

Il 3 febbraio scorso, in conferenza dei servizi, la Regione aveva preannunciato che il procedimento di VIA sul progetto dello stadio si era concluso con esito negativo visti i pareri espressi dalla Città Metropolitana, dall’Ente Roma Natura e dal Mibact. Rinviata la conferenza dei servizi, emerge però che lo stop regionale è più grande del previsto e va oltre sia il tormentone delle cubature che il vincolo del Ministero sull'ippodromo di Tor di Valle.

Quelle firmate dal direttore regionale dell’area VIA, l’architetto Demetrio Carini, sono 90 pagine che sembrano mettere l’ipoteca anche sull’idea pentastellata del “mini-stadio”. Una delle bocciature più difficili da superare è proprio quella dell’Ente regionale Roma Natura, contrario allo svincolo sull’autostrada Roma-Fiumicino, che andrebbe a inserirsi nella riserva naturale Tenuta dei Massimi, il cui piano di assetto “non consente” la realizzazione dell’intervento. La Città Metropolitana ha poi detto no al prelievo di acqua dalla falda sotterranea e ritenuto affatto superato il problema dei miasmi provenienti dal depuratore. La Soprintendenza è andata ben oltre l’ippodromo, specificando che nella zona vi sono aree archeologiche e valori paesaggistici che l’impianto previsto danneggerebbe, guastando il panorama tra la Valle dei Casali e l’ansa del Tevere di Tor di Valle, senza contare il danno rappresentato dal taglio di oltre 1200 alberi.