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Stadio delle mini-nazionali con parcheggi e palestre: il piano Figc per il Flaminio

Carlo Tavecchio potrebbe far rinascere lo stadio romano ormai da anni abbandonato alle incurie: pronto un progetto innovativo

Redazione

Basterebbero 8 milioni per salvare lo stadio Flaminio. Ora la Federcalcio di Carlo Tavecchio sta valutando l’idea di chiedere l’assegnazione della struttura per farne la “casa” delle nazionali giovanili e femminili. Consapevole, come già ai tempi di Abete, di essere l’unica federazione capace di sostenere i costi di una riqualificazione. Dal 2013 nei cassetti del Comune di Roma esiste uno studio di fattibilità, commissionato da Risorse per Roma, che lo spiega: un dossier con indagini strutturali sulle condizioni di calcestruzzo e cemento armato (commissionata a Istedil) e l’elaborazione di ipotesi progettuali per la riqualificazione. Un lavoro da 40mila euro, ancora sostanzialmente attuale, come scrive Matteo Pinci su La Repubblica. E che divide le spese necessarie in tre standard qualitativi. Il primo, indica solo gli interventi indispensabili per riaprire le porte dello stadio ai tifosi: 8 milioni di euro e lo stadio prenderà vita. Il problema sono i costi di gestione: per mantenere l’impianto servono 1,5 milioni all’anno.

Il Flaminio però non è solo un campo e quattro tribune. Ha un ventre ricco di palestre per la boxe, sale da scherma, piscina. Per ripristinare l’utilizzo delle aree che contengono questi spazi, renderle agibili e magari farle rendere, incrementandole con aree wellness e fitness (che aiuterebbero a coprire i costi gestionali), occorrono altri 11 milioni, oltre agli 8 di partenza. Insomma, con 19 milioni la struttura tornerebbe a poter offrire servizi 7 giorni su 7.

Con 45-50 milioni si può creare uno stadio in grado di generare utili: aree esterne di supporto, già previste dal piano urbanistico di Roma, per attività commerciali. Sviluppati al di sotto di un piano rialzato, da destinare al verde e ai percorsi di accesso allo stadio (adeguati alle norme attuali), in modo da separare i tifosi dagli spazi destinati a uffici e attività culturali. Senza ovviamente tradire la destinazione d’uso, sportivo e culturale, dello stadio: non supermercati, ma musei e sale concerti che possano integrare l’attività dell’Auditorium adiacente. E poi parcheggi sotterranei a vista sulla necropoli romana, affiorata durante i lavori del 2008 e ancora “nascosta”, utili pure come punto di scambio per il centro. Interventi per rendere la struttura ecocompatibile e sostenibile finanziariamente. Più o meno, quello che ha in testa la Figc di Tavecchio.