Mentre la conferenza dei servizi lavora per arrivare a esprimere il suo parere definitivo sullo stadio della Roma entro il prossimo 28 dicembre, la Eurnova – società titolare del progetto – non ha ancora completato l’acquisto dei terreni e anzi ha ottenuto per i sei mesi appena trascorsi l’autorizzazione a interrompere i pagamenti da parte del curatore fallimentare che oggi gestisce l’area del vecchio ippodromo.
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Stadio della Roma, altri sei mesi a Parnasi per comprare i terreni
La Eurnova ha pagato poco più di 20 milioni di euro su un totale di 51 milioni e fino a ieri ha continuato a chiedere dilazioni dei pagamenti
Il paradosso emerge dal quarto rapporto semestrale stilato dal curatore incaricato di gestire la procedura fallimentare della Sais (la vecchia proprietaria dei terreni di Tor di Vallevenduti alla Eurnova di Parnasi), e quindi di incassare i soldi dal costruttore romano.
La politica (Comune di Roma e Regione Lazio) e la città intera dibattono su un progetto da un miliardo di euro rispetto al quale uno dei suoi protagonisti, la Eurnova, non ha ancora risolto la questione primaria, ossia la proprietà del terreno. E infatti, oltre cinque anni dopo la firma del contratto di acquisto (era il 2012), l’azienda ha pagato poco più di 20 milioni di euro su un totale di 51 milioni e fino a ieri ha continuato a chiedere dilazioni dei pagamenti. Nel corso di questi anni, e in particolare dal 2015 (anno del passaggio della gestione nelle mani del tribunale) il contratto con la Eurnova è stato rimodulato, posticipando alcuni pagamenti al 2019 e prevedendo sconti, sull’Iva come sui tassi di interesse. Intanto i mesi passano e la prospettiva adesso è quella della chiusura della conferenza dei servizi e del lancio del grande progetto prima ancora che sia concluso l’iter di acquisto del terreno dove sorgerà lo stadio.
(D. Autieri)
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