I Friedkin, quando sbarcarono a Trigoria, attraverso un comunicato, dissero che la Roma era un gigante dormiente. Beh, s'è svegliato. Un po' come il marchese del Grillo. Ma qui non c'è nessun Ricciotto a darcene conferma. Perché, si sa, la Roma società non parla da mesi, preferendo far parlare i fatti, scrive Piero Torri su La Repubblica. E allora, dopo una prima parte di mercato trascorsa con il freno a mano tirato, conseguenza di scelte forse fin troppo ponderate (il nuovo ds Ghisolfi è stato ufficializzato solo a giugno), ora la società giallorossa sembra proprio che voglia alzare la voce. Restituendo il sogno a quella parte di tifosi che avevano seguito con crescente preoccupazione le prime mosse di trattative che non sembravano decollare, nonostante ce ne fosse un certo bisogno. Negli ultimi giorni, la Roma si è presa prepotentemente le prime pagine. In rapida successione: la cessione di Aouar in Arabia per dodici milioni (un piccolo capolavoro visto la sua deludente stagione); l'acquisto del piccolo e ancora misterioso svedese Dahl per andare a completare la fascia sinistra, alternativa di quell'Angelino che era stato il primo acquisto con un riscatto da cinque milioni; l'arrivo di un prospetto di campione come l'argentino Soulé per ventisei milioni più quattro di bonus; passi avanti probabilmente decisivi per il nuovo centravanti, l'ucraino Dovbyk (capocannoniere dell'ultima Liga), per un esborso che sarà superiore ai trentadue milioni di base fissa.
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La Repubblica
Sprint Friedkin. Ora il mercato fa sognare
Le prime mosse di trattative che non sembravano decollare, nonostante ce ne fosse un certo bisogno. Negli ultimi giorni, la Roma si è presa prepotentemente le prime pagine
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