Difficile che entrando allo Stadium, stasera, Patrik Schick non finisca per chiedersi come sarebbe stato, scrive Matteo Pinci su La Repubblica. La stellina cadente che stenta a illuminare il presepe vivente — ma mica tanto — della Roma, ha una personalissima sliding door che porta impressa data precisa: 18 luglio 2017. Quel giorno, dopo che un mese prima s’era fatto immortalare sorridente nel J Medical, con addosso una t shirt blu con il logo della Juventus, Schick si sentiva un calciatore bianconero. Ma senza che potesse evitarlo, il trasferimento saltò.
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Sliding doors per Schick. Ultima chance al talento perduto che sfiorò la Juve
Stasera Di Francesco darà di nuovo fiducia al giovane ceco. L’anno scorso allo Stadium sbagliò un gol fatto
Un anno fa, in casa della Juventus, si trovò faccia a faccia col proprio destino: la sorte gli offrì sotto forma di un involontario assist di Benatia l’occasione di dimostrare ad Agnelli quanto avesse sbagliato a rinunciare ad acquistarlo per quel transitorio (e chiacchieratissimo) problema cardiaco. Ma solo davanti a Szczesny, Schick preferì farsi ipnotizzare che firmare la propria vendetta.
La possibilità per la Roma di infrangere il tabù dello Stadium evaporò in quell’istante facendo deragliare il treno della consacrazione del centravanti ceco. Che esattamente dodici mesi più tardi ha quasi forzatamente l’opportunità di cancellare quell’episodio.
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