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C'è un momento preciso in cui la partita cambia. È il 29esimo minuto del primo tempo. E Roma-Porto si trasforma da ennesimo psicodramma giallorosso a palcoscenico esclusivo della Joya, scrive Marco Juric su La Repubblica. Dybala rifila un calcetto a Otavio mentre il portoghese è a terra. L'argentino si prende il gial-lo, ma con quel gesto scarica tutto il nervosismo accumulato fino ad allora. Perché il centrocampista del Porto gli sta togliendo l'aria, a suon di falli e provocazioni. E in più, la Roma sta perdendo 1-0, grazie al gol di Samu e al pasticcio difensivo firmato Svilar e Paredes. Un calcetto che vuole dire basta. «Adesso ci penso io». E la Joya si accende. In quattro minuti Dybala ribalta da solo il risultato. Prima segnando il gol del pareggio con uno slalom in area di rigore. Subito dopo arriva il 2-1 con un bolide di destro sul palo del portiere (colpevole). Dentro, la doppia esultanza quasi in solitaria a mơ di liberazione dopo quei 29 minuti masticati tra i calcioni del Porto. L'argentino fa 8 in stagione, in una trance agonistica che poteva portare anche alla tripletta personale.
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