Sette partite in venti giorni. Una media di quasi tre a settimana, scrive Francesca Ferrazza su La Repubblica. Tra turni infrasettimanali e inizio dell'Europa League, dal Sassuolo al Cagliari, prima della seconda sosta del campionato, la Roma dovrà trattenere il fiato. Cinque partite di campionato e due di coppa (esordio il 19 settembre, all'Olimpico, contro i turchi del Başakşehir), da disputare il giovedì sera, giorno della settimana a cui i giallorossi non sono abituati, e che rischia di alterare il rendimento atletico della squadra nel weekend.
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Sette gare in 20 giorni: le grane del turnover
Dal Sassuolo al Cagliari, prima della seconda sosta del campionato, la Roma dovrà trattenere il fiato
Fonseca dovrà cominciare a ragionare in ottica turnover, condizionato dalle assenze degli infortunati (Spinazzola, Zappacosta, Perotti, Under). Facendo i conti con un gruppo pieno di jolly, ossia di giocatori in grado di ricoprire pin ruoli e di interscambiarsi tra di loro. Vedi Lorenzo Pellegrini e Nicolò Zaniolo, i due giocatori più duttili, insieme a Florenzi, della rosa.
Molto inserito nel gruppo, Pellegrini ha una leadership innata, riconosciuta già da Francesco Totti, anche pubblicamente, e in via di consolidamento all'interno dello spogliatoio. E di fatto il vice-capitano alle spalle di Florenzi, per una linea ereditaria formata da romani che va avanti da anni. Anche se formalmente il secondo è Dzeko.
La Roma sta lavorando per blindare il suo gioiello. Dopo aver rinnovato il contratto a Zaniolo, toccherà a breve anche a Lorenzo. Le parti si sono date appuntamento per ridiscutere la clausola rescissoria del ragazzo. Trenta milioni la cifra non proibitiva (pagabile i due trance) per i club che volessero avere Pellegrini.
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