(repubblica.it)Posticipo della domenica alle 19,45 e non più alle 20,45; serie A a 18 squadre e un prodotto "più forte, più competitivo". Sky Italia festeggia i 10 anni di vita, 10 miliardi di investimenti, di cui cinque nel calcio. Lo fa con un "avviso" del suo a. d., Andrea Zappia, alla Lega di serie A. "Abbiamo intenzione di investire ancora ma la qualità del prodotto-calcio va migliorata, in modo che abbia più appeal anche all'estero". Chiaro riferimento al calcioscommesse, agli stadi semivuoti, eccetera. Sky ha già intavolato una trattativa con la Lega maggiore, in modo da poter anticipare il posticipo domenicale (quello che fa più ascolti) alle 19,45, e non più alle 20,45: verrebbe incontro a chi, il lunedì mattina va a scuola o al lavoro. E d'inverno un'ora di gelo in meno non fa male. In più, sempre Zappia: "non siamo certo contrari a ridurre le squadre(da venti a 18, ndr), se questo ci garantisce un calcio migliore".
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Serie A, domenica alle 19,45? Sky: più soldi ma calcio migliore
(repubblica.it) Posticipo della domenica alle 19,45 e non più alle 20,45; serie A a 18 squadre e un prodotto “più forte, più competitivo”. Sky Italia festeggia i 10 anni di vita, 10 miliardi di investimenti, di cui cinque nel calcio.
La Lega di A è diretta da Maurizio Beretta, manager-giornalista, sensibile a certi temi: ma il problema è che c'è da metter d'accordo venti padri-padroni, con idee e esigenze sovente diverse. Non facile. Ma la strada è questa. Il prossimo anno la Lega di A farà il bando d'asta. Sky pagherà di più solo se vedrà segnali di progresso, di novità. E nessun "cartello" con Mediaset Premium che resta un competitor. Il calcio italiano a bisogno dei soldi delle pay, come le pay tv hanno bisogno del calcio italiano. Fra splendidi filmati e programmi, la prossima stagione di Sky sarà quella con più prodotto calcistico di sempre (lo slogan è: il meglio deve ancora venire, ecco la stagione perfetta") , grazie anche a Fox Sport che sbarca in Italia da agosto con la Premier League, la Liga di Spagna, la Ligue 1 di Francia, la Fa inglese. Sky rinforzerà anche Cielo, la sorellina minore che trasmette sul digitale free: non ci sarà più Simona Ventura a condurre Cielo che gol, ma "verrà garantito un prodotto diverso, hard core" assicurano dalla Casa madre. Sky dalla prossima stagione avrà anche la Moto Gp, le Olimpiadi di Sochi in esclusiva (50 gli inviati in Russia), con Cielo che darà 100 ore free, quelle che aveva la Rai. Ha perso le Olimpiadi di Rio 2016, passate alla Rai, ma combatte il calo di abbonamenti (ora 4 milioni 780.000) con idee, tecnologia, nuovi canali. E tiene sulla pubblicità, dopo aver sorpassato tutte le altre emittenti (compresa Mediaset) come fatturato. Non è poco, in tempo di crisi.
Rai: Mazzocchi o Varriale al Processo del lunedì
Il piano editoriale ai primi di settembre, ma intanto il nuovo direttore di Rai Sport, Mauro Mazza, lavora a tempo pieno e ha idee chiare (e anche rivoluzionarie...) che stanno creando qualche timore a Saxa Rubra. Con il campionato tornerà anche il Processo del lunedì: non certo coi toni di quello "biscardiano". La trasmissione di approfondimento andrà su Rai Sport 1, in prima serata: a condurla Marco Mazzocchi o Enrico Varriale. Sempre il lunedì, però, ci sarà una trasmissione sportiva (o calcistica?) su Rai 3: a condurla, in seconda serata, Antonio Polito. Ma le due trasmissioni non si pesteranno i piedi? La Domenica Sportiva sarà ancora condotta da Paola Ferrari, Novantesimo cambierà stile con telecronache delle partite. "Mattina Sport", su Rai Sport 1, dovrebbe chiudere: la trasmissione era stata voluta dall'ex direttore, Eugenio De Paoli, per lanciare la tv tematica dello sport. E Marco Mazzocchi ha avuto un ruolo importante di apripista. Ma non è sempre facile quando manca il prodotto e la Rai, si sa, non è più monopolista come in passato. Varriale, nel caso passasse al Processo, forse lascerebbe "Novanta Minuti" (Rai Sport 1)?. Potrebbero cambiare anche due vicedirettori: a Saxa Rubra si sta facendo il totonomine.
Salvate il soldato Stefano Palazzi...
La prossima stagione non cambia nulla, ma il Coni, seppure in ritardo, sta preparando per fine anno una riforma "seria, vera" della giustizia sportiva, come ha garantito il suo presidente Giovanni Malagò. Le colpe di questo ritardo, in verità, non sono solo di Malagò ma anche della gestione precedente: forse, ci voleva più convinzione. La Figc ha le sue responsabilità, ma, almeno stavolta, le divide con altri. La Procura federale deve andare al traino della magistratura ordinaria, e questo certo non accelera i tempi. La Procura di Cremona ad esempio non ha mai chiuso l'indagine sul calcioscommesse e va avanti a forza di proroghe e colpi di scena (altri ce ne saranno a settembre). Stefano Palazzi deve andare avanti invece a strappi: quando ha del materiale, indaga e molto spesso deferisce. Non può anticipare la magistratura ordinaria. Il procuratore Figc è sicuramente una persona perbene e preparata, non ci sono dubbi su questo (un magistrato che parla coi fatti e non con le interviste, è quasi raro di questi tempi): ma gestisce 2.500 casi all'anno, non è velocissimo perché pignolosissimo (un pregio o un difetto?) e accentratore, e conta su una struttura di volontari (o quasi). Lo fa notare, giustamente, in un suo intervento, anche Sergio Campana, storico presidente del sindacato calciatori: ci vogliono, spiega l'avvocato vicentino, "servirebbero professionisti pagati e a tempo piano". Qui dovrebbe provvedere Giancarlo Abete, n.1 del nostro calcio. La Figc ha suggerito a Malagò alcuni punti di riforma, di fare fuori ad esempio il Tnas, vero scontificio che ha "cancellato" 520 mesi di squalifica. Basta con sconti, patteggiamenti, arbitrati, eccetera. Almeno, la giustizia sportiva dia certezze. Da rivedere anche la responsabilità oggettiva: molto spesso (non sempre) i club ne sono vittime. Non si può abolirla, d'accordo, perché è un caposaldo per Fifa e Uefa, ma cambiarla sì. Come? I club devono dimostrare che al loro interno hanno sistemi di controllo (legge 231 sulla responsabilità di impresa). Pagherebbero quindi solo calciatori, tecnici o dirigenti "infedeli".
Mauro Baldissoni nuovo direttore generale della Roma
E' l'avvocato Mauro Baldissoni, 43 anni, già consigliere di amministrazione, il nuovo dg della Roma. Prende il posto di Franco Baldini, tornato a Londra. Baldissoni fa parte dell'importante studio Tonucci and partners, e come advisor ha curato il passaggio della Roma agli imprenditori made in Usa. Tifosissimo giallorosso, negli ultimi tempi è stato un punto di riferimento importante per il patron Pallotta. Un'ottima scelta quindi quella di affidargli la direzione generale.
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