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Se in trasferta “siamo fatti male” soltanto Ranieri può salvarci

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Se si pensa che Le Fée (ceduto al Sunderland), Soulé e Dovbyk sono costati, comprendendo i bonus, oltre novanta milioni, l'evidenza dice che è stato sbagliato quasi tutto
Redazione

Nessuna liberazione da quel 25 aprile a Udine, con quella rete di Cristante nei minuti finali nel recupero della partita interrotta per il malore di Ndicka, diciotto partite dopo la Roma continua a fare i conti con un mal di trasferta che sembra essere diventato cronico, scrive Piero Torri su La Repubblica. Neppure l'Europa che pure nelle ultime stagioni è stata il giardino di casa di una squadra che in Italia faticava a essere competitiva almeno per un posto valido per la qualificazione alla ricca Champions, è riuscita a infrangere un tabù che mette in dubbio pure la qualificazione per i playoff di Europa League. Se si pensa che nelle trasferte di Elfsborg, Union Saint-Gilloise e Az, tre squadre che tutto sono sembrate meno che impossibili, i giallorossi sono riusciti a racimolare la miseria di un punto, non si può che dare ragione a Ranieri che, nel dopo partita olandese, ha detto chiaro e tondo, pure con una certa durezza, che «siamo fatti male». Una bocciatura in piena regola per una Roma dottor Jekyll nella comfort zone dell'Olimpico sempre colorato da oltre sessantamila impagabili tifosi, ma mister Hyde lontano da casa. La conferma, appunto, delle parole di Ranieri, «siamo fatti male», che sono una sentenza sul passato, ovvero sulla costruzione complessiva della squadra, sul presente, cioè non illudiamoci che ci possa essere una sostanziale inversione di tendenza, e pure sul futuro visto che la Roma è questa e difficilmente, da qui alla conclusione di questo mercato di gennaio, sarà concretizzata quella rivoluzione che pure la società aveva fatto intendere dopo le ripetute brutte figure della squadra lontano dall'Olimpico. L'ennesima operazione di propaganda che è stata fatta, attraverso i trombettieri di regime, che rischia di rivelarsi un doloroso boomerang per un club mai così in basso nella simpatia ed empatia che suscita in una tifoseria che potrà pure avere mille difetti, ma non quello di avere l'orecchino al naso.

Noi, ovviamente, ci auguriamo che questa Roma da qui alla fine della stagione vinca tutte le partite che le restano da giocare, ma i fatti, fin qui, stanno certificando, che è una Roma fatta male, una realtà che è stata poi amplificata dal pessimo interregno di Juric. Se si pensa che Le Fée (ceduto al Sunderland), Soulé e Dovbyk sono costati, comprendendo i bonus, oltre novanta milioni, l'evidenza dice che è stato sbagliato quasi tutto. "Siamo fatti male", ci ha detto Ranieri. È così. La speranza è che lo stesso Ranieri riesca, da qui alla fine della stagione, almeno a limitare le perdite.