Gli scandali del calcio italiano potrebbero spingere la Figc ad accelerare la riforma dei campionati. Dal ritiro della Nazionale U21 in Repubblica Ceca, Carlo Tavecchio spiega che entro il 14 agosto, termine straordinario che la Federcalcio ha stabilito in deroga (in origine, l'accordo andava trovato entro il 30 giugno), il Consiglio federale potrebbe approvare la riduzione della A a 18 squadre e della B a 20, un punto cruciale del suo mandato. Il sistema, per ragioni tecniche, potrebbe entrare a regime non prima del 2017/2018. Ma serve una nuova intesa fra le leghe: la A e la B avevano trovato un accordo (un "risarcimento" alla B di circa 90 milioni per la riduzione delle promozioni da tre a due) che però è saltato. In alternativa la B potrebbe ridursi a 20 club trovando l'accordo con la Lega Pro. Nella nuova stagione gli organici e la formula dei campionati resteranno invariati, si procederà ai ripescaggi e soltanto venerdì il Consiglio fisserà i criteri (in B ci sarà almeno un posto libero, quello del Parma, altri potrebbero essere liberati dalle decisioni della giustizia sportiva).
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Lo scandalo Catania spinge la riforma dei campionati. Tavecchio: ”Saremo inflessibili”
Entro il 14 agosto il Consiglio federale potrebbe approvare la riduzione della A a 18 squadre e della B a 20
Tavecchio commenta così lo scandalo di Catania: "Sono costernato da questi fatti, bisogna stroncarli, saremo inflessibili. Torna d'attualità un tema importante, quello della famosa anagrafe dei reati, un casellario sportivo dove si possano individuare questi "nobili" che commettono reati e poi si riciclano. Gira e rigira, i nomi si ripetono. Finché non troveremo una soluzione per identificare queste migrazioni interne saremo sempre allo stesso punto. La Figc si costituirà parte civile nel processo, come Catanzaro. La Procura federale aveva già contezza della questione, aveva già raccolto alcune segnalazioni".
Secondo il presidente federale, la crisi economica dei club alimenta i fenomeni delinquenziali nel pallone. "Siete stati a Berlino? - dice Tavecchio - Era una festa, il calcio è un fenomeno che non può essere stroncato da questi fenomeni, è l'unico sport al mondo che raccoglie miliardi di soggetti, ancora non è nato chi può distruggerlo. La ripetitività di questi eventi delittuosi è quasi noiosa, dal totonero dell'80 a Calciopoli fino ai casi di oggi, c'è un'inclinazione a delinquere della società acuita dal momento di crisi. Sono dieci anni che questo paese ha problemi economici, i furbi si attrezzano per fregare la gente e cercano scorciatoie. Bisogna ripartire dai giovani, entrare nelle scuole, riportare l'educazione civica, insegnare la lealtà nello sport".
Secondo Tavecchio, "su 200mila dirigenti, ce ne sono centinaia che non meritano di stare nel mondo del calcio. Oggi anche chi ha subito sanzioni può riciclarsi, non c'è un sistema elettronico con un codice d'accesso che impedisca, ad esempio, a uno che ha fatto fallire un club di andare poi a lavorare in un'altra società. Se guardiamo i nomi emersi dall'ultima inchiesta, c'è gente che qualche problema lo ha già avuto. Noi andremo a stanare scientificamente questi soggetti".
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