«Presidente, a fine stagione vado via». Dopo cinque campionati, cinque allenatori, due secondi posti e oltre duecento milioni di plusvalenze prodotte grazie al “trading” sul calciomercato, come evidenzia Matteo Pinci su La Repubblica, il direttore sportivo che ha guidato la Roma a stelle e strisce a fine stagione saluterà.
rassegna stampa roma
Sabatini chiama Pallotta: “Presidente, a giugno lascio”
Spalletti, come altri a Trigoria, spera in un ripensamento, ma Pallotta di fronte alla comunicazione del d.s. non ha opposto rifiuti
Spalletti, come altri a Trigoria, spera in un ripensamento, favorito magari dai mesi che mancano all’addio. Se però un margine esiste, a ridurlo drasticamente è stata la risposta di Pallotta, che di fronte alla comunicazione del d.s. non ha opposto rifiuti. Anzi, ha di fatto accolto la decisione di Sabatini, dando appuntamento al manager per parlare faccia a faccia entrando nel dettaglio della questione, in occasione del suo prossimo viaggio a Roma.
All’origine della separazione, nonostante il contratto in essere per un’altra stagione, c’è il progressivo sfilacciamento dei rapporti proprio con Pallotta (il ds disertò le due cene con la dirigenza durante l’ultima visita dell’americano, a dicembre), soprattutto per le ingerenze nel lavoro di Sabatini da parte degli uomini vicini alla proprietà: basti pensare alla presenza coatta del socio di Mr Jim, Alex Zecca, a una riunione di mercato con il collega Braida prima di Barcellona-Roma.
Sabatini ha dovuto ingoiare qualche boccone amaro pure nell’ultimo mercato, quando per divergenze varie Pallotta aveva momentaneamente congelato ogni operazione, dall’arrivo di Perotti al trasferimento di Verde al Pescara. Quasi un affronto nei confronti di chi proprio in quei giorni concludeva l’ultima plusvalenza-choc vendendo Gervinho a 19 milioni in Cina (ne era costati 8).
Per il successore si parla di Massara o del fedelissimo Sensibile favoriti. Anche se è stato già avanzato un sondaggio con Andrea Berta dell’Atletico Madrid.
© RIPRODUZIONE RISERVATA