(repubblica.it - M.Pinci)"De Rossi e Osvaldo? Pensassero alla squadra, non ai fatti loro". L'esclusione aveva già fatto rumore, le parole di Zeman subito dopo la partita non solo non alleggeriscono la situazione. Anzi. La Roma vince senza brillare, ma a far parlare sono soprattutto Osvaldo e De Rossi, lasciati in panchina per tutti i 90 minuti dall'allenatore romanista. E così, si è tornati a parlare dello spogliatoio di Torino all'intervallo, dello scambio di battute tra De Rossi e Zeman (con maglia lanciata dal centrocampista) e del battibecco in campo (ma anche a fine gara?) tra Osvaldo e Lamela, smentito seccamente dal centravanti su twitter.
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Roma, Zeman non sorride “I big pensino alla squadra”
(repubblica.it – M.Pinci) “De Rossi e Osvaldo? Pensassero alla squadra, non ai fatti loro”. L’esclusione aveva già fatto rumore, le parole di Zeman subito dopo la partita non solo non alleggeriscono la situazione.
Evidente che anche la "sveglia" (parole di Zeman) di Juventus-Roma, ha convinto il boemo a rinunciare a tre leader della squadra. Ma se la panchina di Burdisso ("Vorrei venti giocatori con la sua mentalità") era nell'aria, quelle dei due leader dello spogliatoio hanno agitato il prepartita e non solo. Con De Rossi verrebbe quasi da parlare di crepa nel rapporto: con lui Zeman era stato duro già alla vigilia ("Non sta giocando da De Rossi"), dopo l'attacco del centrocampista a Torino ("Chi parla di scudetto fa il male della Roma"). Oggi, fuori preferendogli un Tachtsidis raramente all'altezza e il rientrante Bradley. Una bocciatura, come quella di Osvaldo, rimasto a guardare il tridente Lamela, Destro e Totti nonostante i 3 gol realizzati in 3 gare. La spiegazione? Semplicissima: "Devono pensare alla squadra, invece che pensare ai fatti loro. Osvaldo per talento è secondo solo a Totti, De Rossi non lo scopro io. Ma questi giocatori devono farmi vedere che vogliono ancora dimostrare qualcosa".
Attacco durissimo al comportamento dei due da parete di Zeman, forte anche dei 3 punti arrivati in casa 6 mesi dopo l'ultima volta, e un mese dopo l'ultima vittoria in campionato, a Milano. Scelta accolta malissimo da i due giocatori, rimasti vicini in panchina a scambiarsi pensieri e rancori nascosti da una mano davanti alle labbra. De Rossi ha poi lasciato l'Olimpico misurando un sorriso di circostanza, Osvaldo al contrario senza far nulla per celare la propria rabbia, e trascinandosi la borsa della nazionale cui si aggregherà nelle prossime ore, insieme al compagno di esclusione, ma anche agli altri romanisti Destro e Balzaretti. Ma nonostante il broncio dei due leader, il tecnico non ha rimorsi: "Le gerarchie degli anni precedenti non le riconosco - assicura - per me valgono le gerarchie di quello che mi fanno vedere in campo. Questa settimana non mi hanno convinto, per me sono giocatori importanti, ma non basta il nome, bisogna dimostrarlo ogni giorno. Non basta dire 'poi ci penso domenica'. Se non mi fanno vedere di aver voglia in settimana poi io non li utilizzo". Per Osvaldo e De Rossi, la strada verso un posto da titolari, adesso, è tutta in salita.
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