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Roma, una notte senza freni: la Fiorentina è travolta nella sfida per il terzo posto

Merito di Spalletti soprattutto, ma non solo. La Roma ha bucato con El Shaarawy, Salah e Perotti e la Fiorentina ha gettato la spugna buttandola sul ring come se scottasse

Redazione

Il capolavoro non conosce fine. Ieri in campo s'è vista tanta Roma, come evidenzia Enrico Sisti su La Repubblica. Merito di Spalletti soprattutto, ma non solo. E di Fiorentina solo polvere, polvere senza stelle sporcata da incomprensioni, affanno e smarrimento.

La Roma impiega un quarto d’ora, dal 22’ al 38’ del primo tempo, per definire i ruoli spaccando in due la partita con ritmi vorticosi. In quel frammento di grande calcio, dove Pjanic sembra Totti, non c’è partita. Il resto della gara è una conseguenza o un ampliamento del divario di giornata.

La Roma ha bucato con El Shaarawy, Salah e Perotti e la Fiorentina ha gettato la spugna buttandola sul ring come se scottasse. Appariva evidente che non vi fosse uno solo metro quadrato di prato presidiato dai quattro difensori e dai due centrocampisti più bassi di Sousa che non potesse essere fonte di preoccupazione. Fasce e centro, esterni e centrali, la Roma sfondava giocando palla a terra in piena trance da prestazione.

Ispirato e introvabile, Pjanic apre la scatola con un dolce travestito da coltello, palla filtrante per Salah (in fuorigioco) che crossa basso per El Shaarawy. La Fiorentina è un corpo in bambola. Raddoppia Salah. Perotti coglie il palo. La reazione che Sousa chiede si ferma a una rovesciata di Kalinic. La Roma ringhia per default ormai e il gruppo viaggia a ritmi insopportabili per chi vorrebbe contrastarli, le fasce viola sono terre d’ansia malgrado i continui raddoppi. Al 38’ El Shaarawy beve Gonzalo e mette in mezzo per Perotti che si riprende il 3-0 lasciato sul palo.

Un primo tempo furente, per la Roma, e misero, per la Fiorentina, si chiude col generoso rigore assegnato da Irrati a tempo scaduto (fallo di Digne o gamba trascinata di Tello?). Ma cambia poco, praticamente nulla. È giusto che a inizio secondo tempo il lancio di Pjanic per Salah, per intrinseca bellezza, sigilli il 4-1.