rassegna stampa roma

Roma, un gol per rialzarsi: sarà rivincita con la Juve

(La Repubblica – E.Sisti) Battendo la Sampdoria la Roma vince, come premio, la Juventus ai quarti. Giallorossi e bianconeri si ritroveranno all’Olimpico il 21 gennaio in una partita secca in cui la Roma tenterà di dimostrare che il 30 di...

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(La Repubblica - E.Sisti) Battendo la Sampdoria la Roma vince, come premio, la Juventus ai quarti. Giallorossi e bianconeri si ritroveranno all’Olimpico il 21 gennaio in una partita secca in cui la Roma tenterà di dimostrare che il 30 di Torino era sì ineccepibile ma non poi così facilmente ripetibile. Non dovrà tuttavia essere la Roma di ieri sera, cui onestamente si chiedeva soltanto il risultato, il fine e non il mezzo. Non dovrà essere la Roma impaurita, appunto di Torino, che Garcia osservava sbriciolarsi senza tentare alcuna modifica tattica (gli andava bene quel De Rossi così basso di fronte alla squadra con più centrocampisti al mondo?). Non dovrà essere una Roma accumulatrice seriale di rabbia, confusa o stanca, perché una grande squadra, una squadra collettivamente migliore, con la rabbia, la confusione e la stanchezza altrui ci va a nozze. Dovrà essere una Roma generosa e intelligente, la Roma di quell’autunno che pareva una primavera, rapida a spostarsi e lucida nel farlo. E Garcia ammonisce: «Per favore adesso non pensiamo solo alla Juventus». Ha ragione. Prima Genoa e Livorno, ripartire in campionato. Ieri il tecnico francese, che ha praticato un robusto turnover, non ha dovuto penare granché: almeno per un’ora. Poi è apparso il fantasma del Sassuolo ma questa è un’altra storia. Al 6’ la temporanea assenza dell’intera difesa doriana consente prima a Destro (che calciava troppo molle su Fiorillo) e poi a Torosidis di aprire e chiudere i conti. Ci riesce il greco. A quel punto la Roma si dispone col 451. La Sampdoria non ha abbastanza fosforo, né a centrocampo (Maresca?), né davanti (Sansone?), per creare minacce o giocate importanti.

E così si limita a mettere in difficoltà Torosidis e Burdisso con un paio di discese/ dribbling/cross (Sansone e Wzsolek). La Roma aspetta solo di ripartire in contropiede. Bravo Ljajic a creare occasioni per gli altri. Ottimo Destro in un paio di scarichi di prima e con un’azione personale a fondo campo. Occasione per il debuttante Nainggolan, che però spreca. Occasione doppia (in due secondi) per Florenzi. Ci si chiede: ma come ha fatto nella seconda a centrare Fiorillo? Buffo particolare: al 20’ Nainggolan (per lui un match normale) aveva già la sua maglia nera (la terza della Roma, indossata per evidenti ragioni commerciali) rotta proprio in mezzo al 44 che ha sulla schiena: o tutti gli si aggrappavano addosso o lui prendeva di petto tutto quello che si muoveva in campo o la maglia è fatta di carta.

Nel secondo tempo, Taddei comincia a spegnersi, lo fa lentamente, come una candela gloriosa, mentre De Rossi con la sua posizione ispirata al«proteggersi prima di ogni altra cosa» riesce a mettere in superiorità numerica perfino la Sampdoria di Mihajlovic, che a quel punto, avendo spesso la palla nei piedi, prova a crederci. Non tira mai in porta però. La Roma senza Totti e Pjanic ha meno piedi e i contropiedi vengono innescati solo su Ljajic che per tre volte, colpevolmente, ignora Destro. Poi quando nei primi secondi del recupero a Petagna (dentro per Pozzi) si presenta una palla sporca a cinque metri da Skorupski ecco che sull’Olimpico plana lo spettro del Sassuolo. Ma non succede niente. E alla Roma (il migliore è stato Dodò) è bastato niente.