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Roma, Sabatini ai tifosi: “Aiutate questa squadra”. Ma ormai la resa dei conti è vicina

Aspettando il processo sommario degli ultrà, però, partirà anche il procedimento interno: inevitabile non per trovare soluzioni, ma per individuare i responsabili della crisi. Da chi ripartire?

Redazione

Non è ancora primavera e il campionato della Roma sembra già finito. La Fiorentina chiude la stagione delle coppe europee e apre ufficialmente quella della resa dei conti. La tifoseria furiosa dopo aver umiliato la squadra con l’onta del passaggio coatto sotto la curva sud attentando alla dignità di giocatori diventati bersaglio di accendini, spunti e bottigliette, replica a Trigoria. Definirla contestazione sarebbe fuorviante, non fosse altro per la dimensione tutt’altro che imponente del fenomeno: una trentina di tifosi arrabbiati s’è limitata a circondare la macchina del ds Sabatini per urlargli contro delusione e rimpianti.

“Aiutate questa cavolo di squadra“. Così, utilizzando toni anche più coloriti, Walter Sabatini ha affrontato i contestatori. Ancora il ds a esporsi – unico tra i dirigenti – dopo l’eliminazione dall’Europa League. Doversi piegare a un altro squalificante confronto con i contestatori, dopo quello della squadra allo stadio, è la testimonianza della fragilità della Roma odierna. Accuse dirette alla dirigenza, quelle degli ultrà: “Doumbia fa schifo“, “Basta ragazzini, ci servono i giocatori fatti”, “I giocatori devo prendersi le responsabilità”, “A noi chi ce li ridà i soldi che spendiamo?“. Sabatini si ferma con l’auto: “Andateli a chiedere a chi dico io“, sbraita il ds indicando il centro di Trigoria. Poi difende la squadra: “Due mesi fa non dicevate queste cose dei calciatori. Capita che i ragazzi siano in difficoltà, dategli un mese di tempo, siamo sempre secondi in classifica. Aiutate sta cazzo di squadra“. Poi se ne va e con lui i contestatori: appuntamento però solo rimandato. Sabato mattina – la voce che circola nel mondo ultrà – pronta una nuova e più intensa contestazione a Trigoria.

Aspettando il processo sommario degli ultrà, però, partirà anche il procedimento interno: inevitabile non per trovare soluzioni, ma per individuare i responsabili della crisi. Da chi ripartire? Le proprie colpe Sabatini le ha espresse in prima persona, unico a mettere la faccia sul disastro. Sotto accusa non la campagna acquisti invernale, ma quella dell’intera stagione: 40 milioni per 3 attaccanti – Iturbe 23 milioni, Doumbia 14,5, Ibarbo 2,5 – che hanno prodotto la miseria di 1 gol in campionato. Uno stuolo di controfigure, da Cole a Cholevas, da Astori a Yanga Mbiwa, più dannosi che inutili. I giovani Uçan, Paredes e Sanabria costati 15 milioni e ignorati dall’allenatore (come, prima di loro, Jedvaj). “Pagherò le conseguenze, ma a fine stagione”, giura, annunciando il proprio addio. Probabile che il ds se ne vada, in autunno, dopo una nuova campagna acquisti. Ma non sarà l’unico.

Già, perché oltre ai rinforzi che non hanno rinforzato esistono altri problemi. La squadra non corre da novembre, non segna su azione dal 26 febbraio, ha subito 10 gol in 8 gare: non può non risponderne l’unico assolto dalla piazza, Rudi Garcia. Non ha saputo gestire le risorse di uomini, non ha creato un undici base, ha scelto un preparatore inviso alla squadra, che già da novembre accusava cali di forma e gambe pesanti. Eppure Garcia si sente al sicuro, e lo dimostra in ogni uscita. Il tecnico non pensa a dimettersi ad oggi, né in corsa, né a fine stagione. Piuttosto auspica una rivoluzione di squadra: tre cessioni illustri che consentano di monetizzare, tanti tagli, una squadra nuova con nuove motivazioni. Ma basteranno i fondi? Perché senza Champions il piano di rifinanziamento con Goldman Sachs si farebbe pesante e pressante, al bilancio mancherebbero entrate per 30-40 milioni, la pressione Uefa sul Fair Play Finanziario sarebbe meno sostenibile. Impossibile sottovalutare i rischi di un crollo definitivo. Così rischia di pagare anche l’ad Zanzi, uomo immagine che però oltre a sorridere ha fatto poco. La resa dei conti è vicina. E, ormai, inevitabile.