"Non so chi sia il regista della storia di Totti, della Roma, di Spalletti e del vecchio capitano ormai quarantenne che non si vuole arrendere alla pensione dove tutti lo vogliono mandare, ma certo nemmeno Frank Capra poteva immaginare una trama così. Grande emozione all’Olimpico: per la terza volta il capitano, ormai confinato in panchina per raggiunti limiti d’età, entra, fa gol, tira fuori la squadra da un bruttissimo guaio, addirittura la porta praticamente in Champions League. (Causa concomitanza del ko dell'Inter a Genova).
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Roma impazzita per il romanzo di Francesco Totti
Grande emozione all’Olimpico: per la terza volta il capitano, ormai confinato in panchina per raggiunti limiti d’età, entra, fa gol, tira fuori la squadra da un bruttissimo guaio
Il calcio e lo sport sono fatti di dualismi anche molto stretti, aspri, e addirittura familiari (da Coppi-Bartali a Vettel-Raikkonen domenica scorsa, passando per Rivera-Mazzola) e certo lo scontro Totti-Spalletti ha infiammato questo finale di stagione.
La vicenda cominciava francamente ad arrivare al colmo, non se ne poteva più, come una telenovela che non trova mai la parola fine. Ma a Totti va riconosciuta più testardaggine di un mulo e una forza interiore che ha qualcosa di misterioso, di soprannaturale. Il suo rapporto col pubblico e con la città è unico, assurdamente religioso. L'unico campione che ha realizzato una simile, totale simbiosi è stato Maradona con Napoli. Luciano Spalletti alla fine della rocambolesca partita vinta col Torino ha detto chiaramente che Francesco è stato trascinato al gol e all'impresa dal suo stesso pubblico.
Sarebbe molto crudele e cattivo negare a Totti la possibilità di allungare ancora la sua carriera nella Roma: tra l'altro la "gestione alla Altafini" ha ormai un senso provato, funziona. Ma non è più questione nemmeno di questo: ormai questa possibilità gli va data per semplice e doverosa riconoscenza. Se Totti non si vede ancora pensionato, la Roma non può pensionarlo a forza. Semplicemente perché se lo merita.
La si può pensare come si vuole, tanto non credo si arriverà mai a un compromesso.
Si può ritenere che Spalletti sia un perfido aguzzino, il killer del mito Totti, io comincio a pensare che sia talmente cinico e furbo che ne sappia una più del diavolo, e che in questa maniera abbia tirato fuori da un campione sul viale del tramonto, qualcosa di straordinario. Un finale degno della sua storia. Diventando il suo nemico, prendendolo a pugni e facendosi odiare. Non ne sono sicuro: può essere, forse è davvero andata così, un po' mi piace anche pensarlo. O forse questo è solo un film di Frank Capra.
F.Bocca/repubblica.it
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