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Roma, Garcia volta pagina: ”Fa male ma abbiamo già rialzato la testa”

Il tecnico prova a dimenticare la scoppola subita con il Bayern e guarda avanti con fiducia: ''Siamo secondi e possiamo qualificarci, i nostri tifosi ci hanno dato tanta forza''. Pallotta: "Solo un incidente sulla strada che porta alla gloria"

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Anche se fa male abbiamo già rialzato la testa". Rudi Garcia volta pagina. Il giorno dopo l'umiliante 7-1 casalingo contro il Bayern, un ko che non compromesso la possibilità di qualificazioni della sua Roma agli ottavi di Champions, il tecnico francese affida a twitter il suo messaggio ai tifosi. "Siamo secondi nel girone e possiamo qualificarci", scrive l'allenatore che rivolge un pensiero speciale per i supporters che non hanno smesso di incitare la squadra nella serata da incubo: "I nostri tifosi ieri ci hanno dato tanta forza".   Volta pagina anche il presidente giallorosso, James Pallotta: "Un giorno non cambia nulla, sono incidenti di percorso nella strada che porta alla gloria", il pensiero del numero uno della Roma. "Nell'arco della mia vita, guardando i Boston Celtics - aggiunge - ho già vissuto molte giornate del genere in quella strada che ci ha portati a vincere 17 titoli Nba". Anche da Pallotta arriva un ringraziamento ai tifosi giallorossi. "Ho visto un video dei nostri tifosi dopo la partita, mi ha fatto piangere. Siete i migliori al mondo, sono molto orgoglioso di far parte della Roma". "Il divario non è solo mentale, ma tecnico".

Un bagno di sano, dolorosissimo realismo quello che offrono le parole di Daniele De Rossi raccontando la notte dell'Olimpico. I sette colpi del Bayern Monaco a demolire, se non le certezze, almeno le grandi ambizioni della piccola Roma vista sul campo. Un rumoroso schianto sul pianeta terra dopo i voli pindarici ispirati dal pareggio sul campo del City giocando alla pari dei campioni d'Inghilterra e di un percorso (quasi) netto in campionato.   Ora il 7-1 costringe ad altre riflessioni. A riconoscere lo "spread" attuale, espresso in quel punteggio che eguaglia il peggiore dei ko interni nella storia romanista, tra l'Italia del calcio e la Germania. Una differenza ribadita dai numeri impressionanti espressi nel possesso palla, quasi da amichevole estiva, con il tiki-taken di Guardiola capace di produrre il 63 per cento del controllo del gioco. E, dato ancora più efficace, il doppio dei passaggi riusciti rispetto alla squadra di Garcia: 612 quelli del Bayern, solo 301 per i giallorossi. Spread che ha origini lontane negli anni, che affonda le radici nella differente solidità economica, con numeri di fatturato imparagonabili tra i due club (528 milioni contro 128). Ma anche nella mentalità, nella capacità di approcciare al palcoscenico internazionale, e perché no, in quell'umiltà che probabilmente ha fatto difetto alla Roma.

Come Icaro ha provato ad avvicinarsi al sole, salvo vedere le proprie ali sciogliersi: giocarsela sul piano tecnico con i tedeschi è l'errore che ha condizionato in larghissima parte l'andamento del match: troppo ampio il gap qualitativo. "Dimenticare il più velocemente possibile". Il primo a riprendere in mano il filo della questione è Miralem Pjanic, in un'intervista al sito dell'Uefa. "Fare qualcosa era difficile, a parte lottare - riconosce il bosniaco - ma semplicemente non abbiamo fatto la nostra partita. Un risultato così è difficilissimo da spiegare, abbiamo iniziato male e preso due gol velocemente. Il Bayern ha fatto un pressing durato 90 minuti, abbiamo perso troppe palle, senza riuscire a manovrare. Ci dispiace soprattutto per i nostri tifosi, che sono venuti in tanti, volevamo fare risultato prima della partita, eravamo convinti di poter fare qualcosa". Qualcosa di diverso da una figuraccia, ovviamente. Una partita che ha ricordato in qualche forma e concentrato in 90 minuti il finale di stagione dello scorso anno, quando sfumato il sogno scudetto la Roma perse (male) le ultime tre gare. Con il Bayern, dopo il secondo gol, ha semplicemente smesso di esserci, almeno fino alla reazione d'orgoglio dopo l'intervallo. Fragilità nervose su cui dovrà lavorare Garcia, per esaudire il desiderio dei tifosi che, non curanti del cappotto tedesco, a fine gara ancora cantavano "vinceremo il tricolor".