Sono anni, anche quelli del calcio, in cui ci si accontenta. Non per forza tempi infelici o modesti, semplicemente aridi di vittorie, scrive Fabrizio Bocca su La Repubblica edizione Roma.
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Roma e Lazio in grigio nel 2018. Ora regalateci follia e vittorie
I punti di distacco dallo scudetto sono tanti, troppi
La semifinale di Champions della Roma contro il Liverpool è stata il massimo. Vista da vicino un’impresa, vista da lontano un risultato che dovrebbe essere un punto di partenza e non di arrivo. Ma oggi si ragiona al ribasso, si fanno i conti con la follia di un calcio che costa cifre mostruose che pochi si possono permettere, si smonta e si riparte sempre da capo.
La Roma americana cerca da sette anni un trionfo che non arriva più, con qualsiasi giocatore (Salah o Dzeko), allenatore (Spalletti o Di Francesco), dirigente (Sabatini o Monchi): alla fine gli anni si somigliano un po’ tutti, anche se qualche exploit in Europa comunque qualcosa fa sperare o sognare. Poi però dallo scudetto i punti di distacco sono tanti, troppi.
Della Roma si è parlato dei suoi formidabili giovani, ma quando è il momento ognuno vorrebbe solo un Totti o un De Rossi che ti portasse in alto. La Lazio paga un dazio anche superiore, ma non sempre giusto. Ci si è disabituati a pensarla come grande, ha giocatori importanti — alcuni “inventati” né più né meno come la Roma — ma ambizioni mai dichiarate. Per Roma e Lazio ci vorrebbe tanto un 2019 folle, pazzo, con una grande vittoria a sorpresa. È chiedere troppo?
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