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Riforma campionati: bravo Abete. Ma…

(Repubblica.it – F.Bianchi) Giancarlo Abete ha fatto la sua parte: ha convocato i presidenti di Lega e delle componenti  per discutere della riforma dei campionati.

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(Repubblica.it - F.Bianchi) Giancarlo Abete ha fatto la sua parte: ha convocato i presidenti di Lega e delle componenti  per discutere della riforma dei campionati.

Appuntamento, il primo, giovedì prossimo. Riforma quanto mai indispensabile. Carlo Tavecchio, vicevicario della Figc e presidente della Lega Nazionale Dilettanti, propone:"Serie A a 18, serie B a 18, due gironi a 18 di Lega Pro: totale 72 club professionistici". Francesco Ghirelli, dg della Lega Pro, che il prossimo anno scenderà a 60, sostiene che è il "mercato a decidere se 60 club, da noi, saranno troppi o pochi". Per Andrea Abodi la B, ora a 22 e in pieno affanno, deve arrivare il più presto possibile a 20. La A, ora a 20, dovrebbe perdere due club: alla pay tv sta bene così, un campionato più equilibrato porta ascolti più alti. Ma fra A e B il nodo è fra promozioni e retrocessioni.

Se si decide entro il 30 giugno, allora la riforma potrebbe andare in vigore dalla stagione 2015-'16: altrimenti slitta più avanti, chissà quando. Non sarà facile farcela per fine stagione: intanto bisognerà vedere gli organici di A e B (dopo playoff e playout). Poi, alcuni club di A (fra questi Parma e Torino) paiono scettici se non contrari mentre le grosse società (Juve e Roma in testa) sono a favore di un campionato a 18, quattro giornate in meno e più respiro per chi gioca anche in Europa. Per approvare la riforma in serie A sono necessari 14 voti a favore su 20: poi bisogna passare in consiglio federale dove, almeno sull'argomento, resiste una sorta di diritto di veto. Non è facile spuntarla (solo Abodi pare ottimista): ma Abete può avere un importante ruolo di mediazione, soprattutto ora che ha deciso di non ricandidarsi.