rassegna stampa roma

La polizia torna negli stadi. Non è bello ma è necessario

E' un passo indietro rispetto al passato quando l'ex Capo della polizia, Antonio Manganelli, aveva tolto i poliziotti dagli stadi, tenendoli nascosti nei dintorni.

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Il ministro Angelino Alfano, in pieno accordo con il Capo della polizia, Alessandro Pansa, ha deciso: quando sarà necessario, gli agenti torneranno negli stadi. Per isolare i teppisti e dare una mano agli stewards. Non è bello, è vero.

E' un passo indietro rispetto al passato quando l'ex Capo della polizia, Antonio Manganelli, aveva tolto i poliziotti dagli stadi, tenendoli nascosti nei dintorni, pronti solo per ogni evenienza. Ma credo che la decisione di Alfano sia giusta: ci sono ancora troppi imbecilli che frequentano i nostri stadi e allontanano le persone perbene. Se questi imbecilli ancora non l'hanno capito, purtroppo bisogna tenere pronti per loro i "reparti inquadrati", vale a dire la Mobile impiegata per l'ordine pubblico. Gli stewards da soli non ce la fanno: alcune curve sono ancora zona franca, in mano ai prevaricatori. C'è il modo di metterli in un angolo, di fare loro rispettare leggi e norme. All'estero chi compra il biglietto, siede regolarmente nel posto assegnato: da noi non sempre è possibile, soprattutto in certi settori. Bisogna abolire la tessera del tifoso (ha fatto il suo tempo ormai) ma isolare sempre più i violenti.

E' vero che quest'anno le cose sono migliorate: meno 9 per cento le partite con incidenti, meno feriti fra poliziotti (-46%) e tifosi (-34%). Merito del giro di vite di Alfano, delle nuove leggi più dure varate ad inizio stagione? Non so. Ho sempre scritto, e lo ribadisco, che non erano necessarie nuove leggi (Daspo di gruppo, 8 anni per i recidivi, eccetera) ma bastava applicare quelle che già c'erano: non sempre succedeva, alcune questure erano distratte. L'episodio di San Siro, la gara con gli azzurri fermata per 10 minuti dai teppisti croati (leggera la sanzione Uefa, come mai?), ha portato ad una maggiore attenzione nei filtraggi e prefiltraggi: lì è stato un caso particolare, volevano far saltare la partita e la questura di Milano forse era stata presa allo sprovvisto.

In futuro ci saranno i camper per controllare i soggetti a rischi, che vogliono portare negli stadi fumogeni, bombe carta o petardi pericolosi (e proibiti). Per loro, arresto in flagranza e Daspo. Sovente nascondono questo materiale nella biancheria intima, magari anche di ragazze o bambini. I controlli a campione, speriamo, scoraggeranno questa gente, che da noi è una minoranza, è vero, ma che purtroppo a volte salta ancora fuori. Le telecamere invece hanno ripulito gli stadi da certi striscioni o bandiere vergognosi, che c'erano anni fa e facevano il giro del mondo. Molto meglio quest'anno anche per quanto riguarda i cori razzisti e quelli contro Napoli (le norme Figc che portano solo ad ammende, a meno di gravi recidive, hanno tolto visibilità a chi ne faceva una questione di protagonismo e ricatto). Alfano inoltre ha chiesto ai prefetti di segnalare gli stadi inadeguati: al San Paolo, ad esempio, vengono violate "le norme di sicurezza anche quelle basilari". Chi deve provvedere? Il sindaco De Magistris o il presidente del Napoli, De Laurentiis? Nessuno fa niente. De Laurentiis con la scusa che l'impianto non è suo (per la verità non ha speso molto nemmeno per rinforzare la squadra, che è sua...). Ma al Viminale e all'Osservatorio si sono stancati: in futuro, i club dovranno provvedere, non potranno più nascondersi. Oppure c'è il rischio che alcuni settori dello stadio possano essere chiusi. Certo, al San Paolo non ci va quasi più nessuno ma sarebbe un bel danno, quantomeno d'immagine (sempre che conti ancora). Insomma, nuovo giro di vite di Angelino Alfano. Purtroppo, ripeto, alcune cose erano necessarie se davvero si vuole ripulire gli stadi da certa gentaglia.