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Politica, Lotito scende in campo: “Pronto a svegliare il sistema, qui serve uno come me”

Lotito si dice pronto a scendere in politica per il bene della polis, promettendo di svegliare il sistema.

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Lotito e la politica. Forse stavolta il presidente della Lazio e della Salernitana fa sul serio. Non si limita a reclamare la legge sugli stadi che secondo i critici gli serve per mettere a frutto certi terreni a rischio esondazione sulla Tiberina. Non punta a un semplice posto da parlamentare, anche perché le elezioni non sono alle viste. «Dobbiamo passare dall’io al noi.

Voglio dire basta al particulare del Guicciardini e proiettarmi in una dimensione collettiva». È successo che ieri il presidente più imitato in televisione, famoso per i suoi torrenziali discorsi dove alterna frasi latine e battute sui giocatori, l’uomo di calcio che si è meritoriamente schierato contro gli ultrà ma al quale i tifosi biancocelesti rimproverano la tirchieria sul mercato e le ambizioni limitate, scrive un comunicato, rivolgendosi a Renzi: «Hai sollevato criticità che erano da anni sotto gli occhi di tutti, ma in molti casi ti sei dimostrato espressione e ostaggio di quella vecchia mentalità che predica bene e razzola male». Imprenditore di successo nel ramo delle pulizie e dei servizi, 57 anni, Lotito abita nella magnifica villa San Sebastiano all’inizio dell’Appia Antica e, animato dal demone della competizione, giura che la sua casa a Cortina «è molto più grande di quella di Della Valle».

Allora è vero, presidente, che pensa a un governo con dieci Lotito.

«Mai detta quella frase. Mi è stata attribuita anni fa e qualcuno l’ha ritirata fuori adesso. Non penso a una cosa del genere. Anche perché di Lotito ne basta uno solo».

Quindi non entra in politica?

«Sono a disposizione. Come cittadino e quindi espressione della polis. Gli onorevoli sono tali perché dovrebbero essere le persone più autorevoli al servizio della comunità».

Lei è autorevole?

«Il mio curriculum parla da solo».

In politica per fare cosa?

«Il sistema è stato dormiente per troppo tempo. C’è stato uno scollamento totale tra la società e la politica. Chi doveva dettare le norme ha pensato ai compromessi e mai alla soluzione dei problemi».

Però gli elettori hanno dato fiducia a Renzi per cambiare la politica. Lo dimostrano le Europee.

«Renzi ha avuto il grande merito di dare una scossa al sistema. Ha preso molte iniziative, alcune delle quali giuste. Bisogna vedere se si traducono in fatti. Non si può misurare un uomo e in particolare un uomo politico sugli annunci. Per il momento abbiamo soprattutto quelli».

Quali “fatti” ha in mente lei?

«Ne parlerò al momento opportuno, dentro a un progetto collettivo con la consapevolezza che oggi in Italia esiste una criticità seria. Bisogna spogliarsi del particulare di cui parla Guicciardini e calarsi in una dimensione più generale, pubblica. Passare dall’io al noi. Non è il momento delle avventure solitarie».

Sta parlando di sé?

«Sto dicendo che posso offrire degli spunti di riflessione a 360 gradi. Qualcuno accoglierà i miei suggerimenti, ne sono sicuro».

A destra o a sinistra?

«Ma quale destra e sinistra! Non fossilizziamoci su posizioni ideologiche. Esistono persone con capacità amministrative, che sanno mettere al centro la trasparenza di gestione, l’efficienza, scevre da qualsiasi interesse personale».

Come lei?

«Penso di avere questa sensibilità. Penso di poter interpretare i bisogni dei cittadini attanagliati dalla farraginosità del sistema-Paese»