Il bello del calcio, diceva Garcia alla vigilia, è che a volte i meno forti possono battere i più forti. Sì, se azzeccano una grande partita. Altrimenti, se lo scordano. Se nel calcio valessero le regole del pugilato, già alla fine del primo tempo dalla panchina giallorossa si poteva gettare la spugna, oppure l’arbitro avrebbe decretato la manifesta inferiorità. Non tanto per l’irridente possesso-palla (73 a 27) che non dice tutto, ma per come hanno fatto girare la palla Messi, al rientro, e compagni. Con una velocità e una precisione da far girare la testa. Come riportato nell'edizione odierna de "La Republica", schierata in modo ultradifensivo, la Roma non riesce a difendere. Sbaglia molto nell’applicazione del fuorigioco, corre a vuoto, non è abile nella lettura delle linee di passaggio e d’intercettazione. Il Barça ha sempre un uomo libero e, ecco forse una differenza con i tempi di Guardiola, cerca più l’imbucata laterale che quella centrale.
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Perdere così lascia sempre un segno
Se nel calcio valessero le regole del pugilato, già alla fine del primo tempo dalla panchina giallorossa si poteva gettare la spugna
(G. Mura)
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