rassegna stampa roma

Pallotta, gelo con Unicredit: “Io non so niente dei cinesi”

 (La Repubblica – M.Pinci) La questione cinese provoca l’ennesima scossa tellurica sull’asse Italia- Stati Uniti. Mentre Unicredit continua a trattare con Chen Feng, magnate del turismo del Gigante asiatico, il trasferimento di una...

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 (La Repubblica - M.Pinci)La questione cinese provoca l’ennesima scossa tellurica sull’asse Italia- Stati Uniti. Mentre Unicredit continua a trattare con Chen Feng, magnate del turismo del Gigante asiatico, il trasferimento di una parte delle proprie partecipazioni nella Roma, da Boston piovono sulla capitale stupore e fastidio di chi giura di aver appreso le novità dai giornali.

«Non abbiamo alcuna conoscenza circa la volontà di Unicredit di vendere la sua partecipazione - ammette il presidente Pallotta in una nota - o della trasparente ragione di un pubblico dialogo. Pertanto noi come voi aspetteremo il prossimo ciclo di notizie per saperne di più...». Parole che trasferiscono un voluto intento polemico nei confronti della banca, rivendicando una sorta di potestà sulla Roma: «Sappiamo di essere i custodi di un’organizzazione verso cui tanta gente mostra interesse e di cui vuole far parte». Nessuna replica da Unicredit, invece. Una cosa è certa: a Pallotta spetta - come da patti parasociali - il diritto di prelazione sulle stesse quote alle stesse condizioni dell’offerente.

E la fuga di notizie, soprattutto se l’affare orientale non dovesse andare in porto, rischia di spostare la pressione popolare proprio su di lui. I report sulla trattativa, però, garantiscono un percorso già avviato su un’ottima strada, con l’istituto che ha preferito Feng e la sua Nha ad almeno altre 4 offerte, un’altra cinese. Ma perché una società con patrimonio di miliardi di dollari dovrebbe investire 40-50 milioni nel 25% delle quote di proprietà di Unicredit e restare in minoranza? La risposta è semplice: la Roma può essere uno straordinario volano di immagine per operazioni economicamente più impegnative. E per Feng, che ha interessi nel turismo e controlla varie compagnie aeree in Asia, pensare a un possibile coinvolgimento in Alitalia non è certo peccato.