All’ombra del Gazometro. Oppure sulle spoglie degli ex Mercati generali. La Roma ha messo gli occhi sull’Ostiense per calare il progetto del nuovo stadio giallorosso. I primi documenti, scrive Lorenzo D'Albergo sull'edizione romana di Repubblica, sono già stati vagliati e la prima opzione prevederebbe una collaborazione con Eni. "Sostenibilità" è la parola chiave della presidenza Friedkin. L’idea di calare uno stadio da non più di 40 mila posti in un contesto simile intriga. Poi ci sono i Mercati generali. Il Campidoglio è stufo di attendere la loro riqualificazione, se l’area dovesse liberarsi, potrebbe finire al centro degli appettiti romanisti. Con il rischio, però, di incrociare di nuovo il vecchio partner in affari: anche Radovan Vitek avrebbe espresso il suo interesse. La Roma si sente sotto ricatto: la delibera con cui è stato sancito il pubblico interesse per lo stadio sui terreni dell’Eurnova di Luca Parnasi è ancora in piedi nonostante il "no" del club di Trigoria a un progetto mastodontico. La promessa del Campidoglio grillino di ritirare il pubblico interesse entro 30 giorni per iniziare a lavorare su un’altra area non è stata mantenuta. Ne sono passati più di 45, quasi 50, e la situazione non è ancora cambiata. In ottica futura la Roma preferirebbe mettersi al tavolo con un privato più che puntare su un’area interamente di proprietà pubblica. Un peccato, perché il perimetro degli ex Mercati generali è più che adatto a ospitare lo stadio che sognano i Friedkin: in città, raggiungibile con i mezzi pubblici. Si vedrà. Resta da sciogliere il nodo Tor di Valle.
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Nuovo stadio nell’era Friedkin: “Mercati generali o Gazometro”
La Roma valuta nuove soluzioni per la costruzione dell'impianto sportivo: parola d'ordine "sostenibilità"
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