(repubblica.it - SPY CALCIO F.Bianchi) Stavolta non ci sarà lo sciopero dei calciatori (e dei presidenti...) come successo nel 2011, quando la serie A iniziò in ritardo. Giovanni Malagò e Giancarlo Abete non lo permetterebbero e Damiano Tommasi, presidente del sindacato calciatori (Aic), è molto probabile che non arriverà a tanto. Anche se i rapporti con la Lega di serie A sono tesissimi, e qualcuno, nell'ambiente del sindacato, parla anche di "arroganza e superficialità" da parte dei padri-padroni del pallone: alle lettere di Tommasi, per sollecitare un incontro, non è stata data risposta formale sin dallo scorso dicembre. Il contratto è scaduto il 30 giugno e la Lega ha fatto sapere che lo considera prorogato per una stagione. Ma Damiani non ci sta, vuole un accordo triennale (come Lega di B e Lega Pro) e mercoledì (o al più tardi giovedì) incontrerà per la prima volta i dirigenti della Lega principale. Non sarà semplicissimo trovare un accordo ma al momento almeno non ci sono rischi di rotta. Una Lega, quella di Milano, che fa vita a sé: non si siede al tavolo delle trattative per la riforma dei campionati (anche se Andrea Abodi si dichiara ottimista...), sfugge a qualsiasi lavoro di gruppo e tenta, invano, di modificare le regole del campionato Primavera. Come se la Lega di A fosse un'entità a parte. In realtà, le elezioni hanno causato una profondissima spaccatura: ha vinto il partito di Galliani-Lotito, Maurizio Beretta è stato confermato alla presidenza (ottimo e preparato manager ma con poco tempo a disposizione). Società come la Juventus, l'Inter, la Fiorentina, la Roma e altre non contano nulla. Lotito viene criticato ma in realtà è l'unico che si interessa dei problemi del calcio (in ottica Lazio, ovviamente): è presente ovunque, anche dove non potrebbe stare, vedi Transatlantico. Ma gli altri che fanno? Andrea Agnelli è davvero in grado di creare un governo ombra? Di sicuro ha le idee chiare su cosa non va nel nostro calcio ma un'alleanza con Moratti o i Della Valle, non ce la vedo proprio. L'Inter non ha mai contato nelle stanze del potere (calcistico). I Della Valle sono in guerra con Agnelli. La Roma, poi, ha mandato via Baldini ed emarginato Fenucci: chi si occupa di politica sportiva nel club giallorosso? Zanzi? Mah... Senza una Lega di A compatta, forte, propositiva e collaborativa non si va da nessuna parte. Spiace che un dirigente preparato come Adriano Galliani si interessi solo di Milan e non più dei problemi del nostro calcio, delegando ad altri (Lotito) il potere. Il 19 luglio intanto si riunisce il consiglio federale della Figc: si discuterà, anche, di iscrizioni ai campionati. Non ancora del settore tecnico (dopo l'addio di Robi Baggio) e di quello giovanile-scolastico (dove Gianni Rivera in questi anni ha lavorato bene). Per quanto riguarda Coverciano si dovranno mettere d'accordo soprattutto Abete e Renzo Ulivieri, presidente dell'Assoallenatori. Ma ci sono mal di pancia da parte dell'influente Carlo Tavecchio, vicepresidente vicario Figc e n.1 storico della Lega Nazionale Dilettanti. L'uomo giusto per il settore tecnico sarebbe Dino Zoff: ma troveranno un accordo?
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Niente sciopero calciatori ma la Lega di A dov’è?
(repubblica.it – SPY CALCIO F.Bianchi) Stavolta non ci sarà lo sciopero dei calciatori (e dei presidenti…) come successo nel 2011, quando la serie A iniziò in ritardo.
E Rudi Garcia deve dire grazie al "laziale" Sabatini...
Non conoscendo nulla del calcio italiano e venendo dalla provincia francese, ecco che il tecnico Rudi Garcia ha esordito malissimo alla guida della Roma. Quella frase rivolta ai tifosi, "chi contesta è della Lazio", è infelice: i tifosi della Roma hanno dimostrato attaccamento infinito alla loro squadra e hanno fatto non pochi sacrifici. Ci sta che qualcuno adesso contesti, basta che non si arrivi alle minacce. Ma adesso Garcia dovrà dire grazie al "laziale" Sabatini: sì, ha preso Marquinhos a 4,5 milioni (più commissioni) e lo sta rivendendo a 35 più bonus. Un affarone. E quei soldi consentiranno alla Roma di fare mercato...
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