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Né Dzeko né Morata: duello fra fantasmi alla prova del 9

LaPresse

Edin ha sbagliato un gol enorme, sfiorando il palo esterno così come aveva sfiorato la Juve una decina di giorni fa

Redazione

Edin Dzeko non ha giocato nella Juve. Neppure Alvaro Morata. Uno, frastornato per non essere diventato bianconero, l’altro per esserlo diventato. Anche se Dzeko - scrive Maurizio Crosetti su "La Repubblica" - ha ugualmente mostrato attaccamento alla maglia juventina, nella circostanza quella di Chiellini: il centravanti mancato, e marcato, ci si è appeso con gioia. E il possibile rosso al difensore ultimo uomo è diventato un evidente fallo in attacco.

Quasi tutto quello che Roma-Juve ha contenuto, si è svolto lontano da loro. La partita ha girato attorno ai due centravanti senza fermarsi da quelle parti. Il non juventino Edin ha sbagliato un gol enorme, sfiorando il palo esterno così come aveva sfiorato la Juve una decina di giorni fa, e lo juventino Alvaro ha fatto la sponda prima che Pirlo lo spostasse molto sulla linea laterale e poi oltre quella linea stessa, chiamandolo fuori. Come imbambolati dal loro opposto destino, Dzeko e Morata sono rimasti in attesa, del tutto Alvaro, un po’ meno Dzeko che comunque qualche tiro l’ha scoccato, quello del gol sbagliato e quello addosso a Szczesny, che qualche anno fa giocò nella squadra che Dzeko stava per lasciare.

Non ha rinunciato, il non juventino, ai duelli con Bonucci e Chiellini, due che si erano spesi per convincerlo. Si sono amichevolmente menati come è giusto tra avversari stimabili, ma oltre qualche gomito alto e qualche ginocchiata storta non si è andati. Edin Dzeko aveva segnato dieci gol nel riscaldamento, non tenendone da parte neppure uno quando sarebbe servito. Si è speso, sacrificato in una zona d’ombra utile ma non decisiva. Ha preso atto, Dzeko, della presenza di Pedro e Mkhitaryan, davvero niente male questo trio, e della bizzarra confusione di talento che dà forma alla nuova Juventus.

La vittoria, quella Edin l’ha vista da vicino quando si è trovato la porta spalancata e si è mosso anche bene, si è liberato come si deve, poi però il tiro è stato sbilenco, troppo esterno, davvero non era serata. La vittoria si è posata sul suo scarpino come una farfalla, ma è subito volata via.