Domenica Nainggolan tornerà all'Olimpico con il Cagliari da avversario della Roma. Sarà la prima volta per lui, che lo scorso anno in quel 2-2 di dicembre con l'Inter era rimasto a guardare. "Se mi fa effetto? Certo. Non so cosa aspettarmi, spero non mi fischino" ha detto a La Repubblica. Ecco uno stralcio della sua intervista:
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Nainggolan: “Roma con poca personalità, se vendi non vinci. Avrei chiuso lì la carriera, ma in futuro…”
Domenica la sfida con i giallorossi: "Perché giocare in giallorosso serve gente con le palle. Rigiocherei la semifinale con il Liverpool, c'era un rigore con espulsione per noi"
Ha mai pensato di diventare una bandiera della Roma?
Difficile dopo Totti e De Rossi. Ma sicuramente avevo pensato di chiudere la carriera a Roma. Lì ero felice, davo l'anima, avevo tutto quello che volevo. E' stata una grande delusione andare via, ma nella vita a volte le strade si riuniscono.
Che ne pensa della squadra attuale?
Fa un po' più fatica perché ha pochi giocatori di personalità. Ci vogliono le palle per giocare a Roma. Lì è tutto bello, ma quando le cose vanno male e ti fischiano devi avere carattere. Tanti giocatori forti lì hanno steccato.
Il famoso ambiente...
Sì, le radio, i giornali... ma dai sono cavolate, queste cose ci sono ovunque.
Meglio l'amore di piazze come Roma e Cagliari o lo scudetto?
Non ho mai pensato allo scudetto. Non ho vinto niente ma non mi interessa: non cambierei nulla della mia carriera. Meglio stare dove mi apprezzano.
Ma è diventato una plusvalenza.
Assurdo dover vendere per forza i giocatori, così una società non potrà mai vincere. Si trasformano gli uomini in numeri.
Scelga una partita da rigiocare...
Roma-Barcellona per le emozioni. E la semifinale con il Liverpool perché vada in maniera diversa. La rigiocherei 10mila volta. C'era rigore per noi con espulsione. Chissà come sarebbe andata.
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