Sarà molto complicato, però… E, adesso, chi glielo dice al tifoso della Roma con il cuore straripante di orgoglio di restare calmo? Chi riuscirà, scrive Mimmo Ferretti su La Repubblica, a obbligarlo a non galoppare con la fantasia dopo aver visto correre, pugno al cielo, José Mourinho verso la Sud? Chi riuscirà a frenare le tabelle, i calcoli, i sogni che imperversano nei bar, negli uffici, nelle case tinte di giallo e rosso della Capitale? La Roma in testa alla classifica è roba complicatissima da gestire per chi non aspettava altro che guardare tutti dall’alto verso il basso. Sono passate appena tre giornate, è vero, ma non sono passate invano. Anzi, hanno già lasciato un segno profondissimo. Più nella squadra e nella tifoseria che negli animi e nelle menti degli avversari. La Roma ha preso coscienza, ha capito di essere e non più soltanto di apparire. Più feroce che bella; più cinica che spettacolare. Ma, poi, qual è il confine reale tra il bene e il male quando porti a casa i tre punti? La Roma di Mou non gioca (ancora) un calcio straordinario e/o irreprensibile, non è perfetta e forse mai lo sarà; può (già) vantare – però – tante (belle) qualità che altrove se le sognano. Come la capacità di stare – sempre e comunque – dentro la partita con tutta se stessa. Testa, cuore e gambe. Una Roma special, per dirla in maniera molto semplice. E un tantino abusata, anche se l’aggettivo rende la giusta idea.
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La Roma ha preso coscienza, ha capito di essere e non più soltanto di apparire. Più feroce che bella, più cinica che spettacolare
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