Il Verona è in testa a punteggio pieno, ha vinto un'altra partita, come quella di Empoli, aggrappandosi a un orgoglioso e sofferente calcio di passione e resistenza e in definitiva dando una lezione alla leziosa Roma, chc s’è persa comc sc fosse impossibile conciliare bellezza e concretezza, scrive Emanuele Gamba su La Repubblica. Ha giocato al contrario dell'anno scorso e al contrario infatti è andata, perché la ricerca del gioco ha come scollato una squadra che s'è presentata al Verona con la difesa scoperchiata e che più in generale non s'è mai guardata alle spalle e nemmeno ha soffiato addosso agli avversari con quel cinismo prepotente con cui i gatti ti soffiano addosso la loro insofferenza. E nemmeno si può dire che la Roma abbia perso perché non aveva un centravanti: Belotti è stato in definitiva il migliore dei suoi anche se non ha quasi mai tirato in porta. Il punto è: quante volte lo hanno messo in condizione di tirare? Quali sbocchi ha avuto il gioco della Roma, ai di fuori di ricami?
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Ci sono state partite più fortunate di questa, certo: i giallorossi hanno preso due traverse con Cristante di testa e Pellegrini su punizione, ma ieri è parsa una Roma quasi contro natura.
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