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Monchi e Pallotta, volano gli stracci: “Idee diverse, il dg ha fallito”

LaPresse

Il presidente critica le scelte del manager tornato a Siviglia: "Io avrei cambiato il tecnico a novembre"

Redazione

Monchi lancia il sasso, Pallotta risponde con una valanga. Durissima la reazione del presidente giallorosso alle parole del suo ex direttore sportivo, che, prima in conferenza stampa a Siviglia, poi su Retesport, ha spiegato il perché del suo prematuro addio. "Con Pallotta abbiamo capito di pensarla in maniera diversa e abbiamo convenuto fosse meglio fermarsi per il bene della Roma – le parole, a dieci giorni dalle dimissioni, di Monchi – avrei avuto bisogno di conoscere meglio la situazione del club. E così sono andato via perché le idee delle proprietà erano diverse dalle mie: il presidente pensava fosse meglio andare a destra, io a sinistra". Parole che non entrano troppo nello specifico delle divergenze tra dirigenza e patron a stelle e strisce, sfiorando appena quelle che sono state le complicazioni degli ultimi mesi, ma tanto è bastato per scatenare la reazione di Pallotta. "Sono rimasto sorpreso da queste dichiarazioni – la replica del numero uno giallorosso – ero stato molto chiaro sulla direzione che dovevamo intraprendere ed è questo il motivo per cui abbiamo speso tanti soldi per portare Monchi da noi". Quindi il ds spagnolo aveva un’autonomia totale nel svolgere il suo lavoro. "Le cose però non hanno funzionato abbiamo infortuni come non mai e, per la prima volta dal 2014, rischiamo di rimanere fuori dalle prime tre". Come riporta La Repubblica, alla base di queste divergenze, il fallimento sportivo e la valutazione su Di Francesco. "Ho da subito detto che volevo allenatori di primo livello – continua Pallotta – e anche preparatori, staff medico, scouting e organizzazione calcistica di primo livello. A novembre, quando la nostra stagione stava andando di male in peggio e tutti notavano come l’allenatore stesse faticando a ottenere una reazione dai calciatori, chiesi a Monchi un piano B da attuare nel caso le cose peggiorassero: non lo aveva. Mi spiegò che la sua strategia era continuare con il piano A. Mi chiedo: quando dice che la società andava in una direzione diversa dalla sua, cosa avrebbe voluto fare di diverso?". Ancor più duro il finale. "Gli abbiamo dato il pieno controllo e ora abbiamo più infortuni di quanti ne abbiamo mai avuti e rischiamo di non finire tra le prime tre". Fidarsi totalmente di Monchi è stato un fallimento per Pallotta, che chiedeva da mesi la testa di Di Francesco e una rivoluzione sanitaria. Da questo riparte la Roma, che si sta riorganizzando per quella che sarà l’ennesima rivoluzione estiva: nuovo ds, nuovo allenatore, nuovi medici. Tra nomi che si rincorrono, professionisti che si propongono, tocca intanto a Ranieri, rimasto in pratica da solo, provare nel miracolo di far entrare la Roma in una zona Champions che appare un miraggio, al momento, nel deserto che si è nuovamente creato a Trigoria. Con gli stracci che volano tra Monchi e Pallotta a raccontare il caos in cui il fallimento rischia di maturare