Domani sera a San Siro De Rossi entrerà nel circolo dei centenari azzurri, che include 5 soli eletti: Buffon, Cannavaro, Paolo Maldini, Pirlo e Zoff. «Il mio punto più alto è Berlino. Ma ora voglio vincere l’Europeo ». Il seguito del proclama è tautologico: se lui sta perpetuando la carriera in Nazionale assieme a Buffon e Pirlo, è per riscattare, attraverso il titolo continentale sfiorato nel 2012, la doppia disfatta consecutiva ai Mondiali di Sudafrica e Brasile. I tre vengono pungolati di continuo da Conte, che ritiene raggiungibile il traguardo. «Ne parliamo spesso. Il ricordo degli ultimi due Mondiali brucia ancora. Si può dimenticare, vincendo l’Europeo. Il ct non pensa ad altro».
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Missione De Rossi, l’Europeo da vincere
De Rossi crede nella nazionale di Conte e vuole vincere l'Europeo
Oggi l’obiettivo somiglia a un’utopia. Ma il tempo per renderlo meno aleatorio non manca. «Per crederci di più, serve una vittoria importante». L’occasione arriva subito. L’annunciata invasione di pubblico domani al Meazza (70 mila spettatori previsti) non è incongrua: da qui all’Europeo 2016, cioè per un anno e mezzo, la partita con la Croazia sarà infatti l’unico appuntamento casalingo importante, tra quelli ufficiali. Ciò che invece il calendario non dice lo rivelano le tensioni reciproche. I croati ostentano disappunto per la designazione dell’arbitro olandese Kuipers, che espulse Mandzukic nei play-off con l’Islanda per il Mondiale: Mandzukic saltò per squalifica il debutto col Brasile. Il presidente della Federazione, l’ex campione Suker, ha inoltre congelato la diatriba col ct Kovac, che in vista dell’Italia ha risparmiato l’amichevole di martedì scorso a Londra con l’Argentina ai big della squadra, a partire da Modric e Kalinic. Ora le assenze illustri, secondo contratto, potrebbero causare un taglio di oltre metà dell’ingaggio pattuito. «Ma ne parleremo dopo Milano», intima Suker: i soldi sono soldi, però l’urgenza è un’altra.
Altrettanta ansia si respira nella clausura di Coverciano, che gli azzurri abbandoneranno oggi pomeriggio.
L’allenamento di stamattina sarà protetto da un’ulteriore rete antispionaggio, eretta ieri ad hoc, mentre il presidente federale Tavecchio e il dg Uva facevano visita alla compagnia. La segretezza, degna di una finale, riguarda sia le prove tattiche sia i test fisici sul campo per Ogbonna: non sono stati sufficienti quelli di ieri, dopo la confortante diagnosi del professor Castellacci sui dolori alla coscia sinistra dello juventino, cui viene delegata la responsabilità di decidere. La vicenda stava già contrariando la Juve, quando in serata il dispetto del club è stato raddoppiato dalla notizia della convocazione anticipata di Bonucci per l’amichevole con l’Albania di martedì a Genova. Bonucci è squalificato con la Croazia, ma Conte lo vuole a disposizione già stamattina per un aiuto pratico nelle esercitazioni sul campo.
Il potenziale braccio di ferro, che ricorda l’idea di portare Chiellini infortunato in Norvegia, ha lasciato sullo sfondo sia il dubbio su Darmian centrale o esterno nel 3-5-2 canonico e delle alternative in corsa (Soriano interno, El Shaarawy o Cerci esterni, Giovinco o Pellé ricambi per la coppia Zaza- Immobile) sia il tema della settimana: la penitenza per Balotelli, che l’autarchico De Rossi («troppi stranieri nei settori giovanili ») ha così commentato: «Bisogna ripartire dagli uomini. Conte non ha mai chiesto a noi veterani il permesso di convocare Mario: sarebbe un paradosso, lui al Mondiale non ha combinato disastri da giustificare una richiesta del genere. Non è detto che dobbiamo diventare amici, però è un buono. Ci sono compagni che ti mandano al manicomio: anch’io nella Roma li ho avuti. L’essenziale è che non siano cattivi e che non seminino zizzania. Mario non è tra questi. Ovviamente poi ci sono delle regole da rispettare e un allenatore da seguire». La mano è tesa, ma fino a un certo punto.
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