00:12 min
La Repubblica

Lazio-Roma, pari tra i veleni, la vergogna degli scontri ultrà

Redazione
Tredici agenti feriti, frange bulgare greche e croate allo stadio. Buu contro Koné. Soulé risponde a Romagnoli ma il punto non serve a nessuno

Sta tramontando il primo tempo, il romanista Koné è a terra e dalla curva laziale parte, inconfondibile, il più insopportabile dei cori:

"buu". Breve, chiarissimo, coperto dal dissenso del resto del pubblico. Il benvenuto al derby di Roma però era arrivato già nel pomeriggio - scrive Matteo Pinci su La Repubblica - la colonna di fumo delle bombe carta si vedeva già dal Lungotevere, residuo gassoso di solidissimi scontri tra tifoserie e contro il nemico comune: la polizia. Ponte Milvio, famosa per i lucchetti degli innamorati una ventina d'anni fa, ridotta ora a un cimitero di bottiglie rotte, sedie ribaltate, dehors trasformati in trincee e presidiati da blindati e agenti in tenuta anti sommossa. Tredici di loro finiranno in ospedale, feriti dagli oggetti e dall'esplosivo che gli pioveva contro per essersi messi d'ostacolo al tentativo delle due tifoserie di mettersi le mani addosso. Non basta? A un paio d'ore dall'inizio una ventina di ultrà bulgari del Levski Sofia alla ricerca del contatto con i romanisti sono stati scortati in curva nord per evitare altri guai, mentre con gli ultrà giallorossi si erano mimetizzati hooligans croati della Dinamo Zagabria e greci del Panathinaikos. In quei momenti, il prefetto di Roma stava raggiungendo lo stadio per gustarsi uno dei derby più nervosi degli ultimi anni, scandito da una mezza dozzina di capannelli tra giocatori.