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L’arbitro? Va bene anche Marotta, Mou deve pensare solo a vincere

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Tante polemiche per il fischietto milanese, ma i giallorossi hanno doti per andare oltre

Redazione

Chi arbitra? Alla Roma, come quando sei ragazzino e le squadre si fanno a bim-bum-balleggiù, non deve importare. Non più e soprattutto non adesso. La Roma si deve permettere la pensata: possiamo anche arbitrarci da soli, che ne dite? Fa clamore, ma non dovrebbe, la designazione di Sozza, un 34enne milanese, per la partita di oggi pomeriggio a San Siro contro l’Inter. La Roma - scrive Enrico Sisti su 'La Repubblica' - deve essere oltre, sentirsi oltre. Dipendesse da lei potrebbe anche arbitrare l’ad nerazzurro Marotta, questo è il punto. Tutti gli uomini che stanno là in mezzo sbagliano e passano minuti bollenti. Quando cercano di rimediare col Var spesso peggiorano le cose. Quando fanno di testa loro sono soltanto esempi rovesciati, autoritari più che autorevoli. E ciò non è legato al fatto che uno provenga da Seregno (la sezione di appartenenza di Sozza) e allora, secondo le antiche leggi, sarebbe sconsigliato per dirigere le squadre lombarde (ma il regolamento è altro). Bensì dipende dalla qualità del direttore di gara, dalla sua cultura, dalla sua formazione, dal suo senso di opportunità e, alla fine, dal suo istinto.

Mourinho fa bene a parlare di cattivi arbitri: perché molti sono scarsi, hanno poca personalità. Ma ciò non deve ingannare e soprattutto non deve, magari di ritorno, distrarre il gruppo. La Roma non è bersagliata. E semmai lo fosse, non si deve curar di loro ma solo guardare e passare. A Torino contro la Juventus si è dimenticato che alla fine il rigore, assegnato, lo sbagliò Veretout, non l’arbitro. Alla Roma serve una sola cosa: se stessa. La Roma, pure con Marotta al posto dell’arbitro, deve solo pensare alla propria “decontrazione”.