Più o meno nel III canto del Purgatorio, Dante comincia a porsi un problema da niente: perché le anime, che sono ombre, soffrono il caldo, il freddo, i patimenti e le pene? E non sa dare una risposta. Ecco. La Roma è un'ombra che soffre. Quindi Dante si ritroverebbe nella stessa situazione di incertezza, scrive Enrico Sisti su La Repubblica. Nella migliore delle ipotesi, e sino a prova contraria (ma una sola prova comunque non basterebbe), la Roma è un’anima in affitto che nessuno vuole più accollarsi, difficile da abitare, difficile da ammobiliare, difficile da gestire per gli alti costi di effetti speciali che non portano più a nulla: difficile persino da tifare ormai.
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L’anima persa della Roma senza padroni
Anche Dante non saprebbe davvero dove andare a cercare spiegazioni per quest’ombra giallorossa che soffre senza rimedio
La realtà è che quell’anima chiamata Roma, in dissipazione progressiva, non interessa più a nessuno. Non ai giocatori, che hanno perduto qualunque slancio e che sembrerebbero aver dimenticato che uno sport di squadra deve possedere, di base, un gioco di squadra (anche nel perseguire un obiettivo comune). Non ai dirigenti, che per istinto venderanno quel po’ che c’è di acquistabile, a cominciare, vediamo un po’, da Zaniolo? Non al tecnico, al quale verrebbe da chiedere, tra le altre cose: perché umiliare Under facendolo giocare dalla parte sbagliata e poi toglierlo? Tanto valeva dirgli: pussa via, vattene al Napoli o dove ti pare, qui non c’è più posto per te.
In questo dopo-Totti che forse durerà in eterno, Dante non saprebbe davvero dove andare a cercare spiegazioni, per quest’ombra giallorossa che soffre senza rimedio. Da Udinese-Roma 0-4 dell’andata (in 10) a Roma-Udinese 0-2 del ritorno (in 10), è cambiato tutto. O forse niente: forse quel secondo tempo di Udine era solo un sogno.
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