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L’allarme di Tavecchio “Qui si va a fondo…”

Settimana di fuoco per decidere chi sarà l'erede di Abete sul posto di comando della Federcalcio

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Domani mattina il consiglio direttivo della Lega Nazionale Dilettanti darà al suo storico presidente Carlo Tavecchio un mandato esplorativo per la ricerca di una soluzione concordata e unitaria. E' il via libera. Non sarà l'ufficializzazione della candidatura a presidente Figc, ma cambia poco. C'è tempo, d'altronde: si vota l'11 agosto, si deve decidere entro domenica 27 luglio per presentare la domanda.

Non sarà semplice trovare un solo candidato, lo sa anche Tavecchio. Ma dopo il placet della sua Lega, il vicepresidente vicario Figc, sempre fedele a Giancarlo Abete, potrà muoversi in maniera ufficiale: come? Parlerà con tutti, da uomo di mediazione quale è sempre stato. Tavecchio andrà a Palazzo Chigi (dove va già sovente per parlare con Delrio di fiscalità, di vincolo ai dilettanti, eccetera). Andrà al Coni per incontrare Malagò. Poi, è chiaro che parlerà con le altre Leghe e con le componenti. Parte dal 34% della sua Lega: non è poco. Gli basta quella Pro (17%), gli arbitri (2%) e una sola parte, ma consistente della Lega di A (circa l'8%). Ma potrebbe unirsi anche la Lega di B (5%). In totale sarebbe oltre il 60%: più che sufficiente per passare, perché adesso basta il 50,01% in terza votazione. Ma Tavecchio sa bene che non è una questione di numeri: "è necessario un governo del calcio forte", ci ha detto. Non il consiglio federale uscente, debole e diviso.

Perché, spiega ancora, "qui se non si cambia si va a fondo". La crisi sta mettendo in ginocchio il mondo del calcio. Anche fra i dilettanti si fa sentire. Bisogna cambiare lo statuto, mettere mano alla riforma dei campionati, rilanciare il made in Itala. Tavecchio è per una soluzione drastica, come ha spiegato nei giorni scorsi: "Serie A a 16, B a 18, due soli giorni di Lega Pro da 18 squadre ciascuno". Forse troppo drastica: bisognerà arrivarci per gradi, ma nessun campionato d'Europa che conta ha una massima serie A 16 squadre. Diciotto sarebbe l'ideale. La violenza? Per Tavecchio c'è una soluzione. "La certezza della pena: tutto passa da lì". Lui nella Lega Dilettanti ha fatto gli stadi senza barriere.Brianzolo, il ragionier Tavecchio è nato a Ponte Lambro (Como) il 13 luglio 1943, è stato sindaco della sua cittadina per 4 legislature (area Dc, ovviamente), dirigente di banca, presidente della Lega Nazionale Dilettanti dal 29 maggio 1999. Ha lavorato a fianco di Abete per tanti anni. "E questa situazione-ripete-non l'ho voluta io. Ho tutto da perdere, la mia Lega è sana". Ma (da domani) darà battaglia, questo è certo: è nel suo dna.

Calciatori e allenatori cercano una soluzione alternativa a Tavecchio: a loro potrebbe unirsi un gruppetto di società di serie A (Juve, Napoli, Roma, Fiorentina e altre). L'ideale per loro sarebbe Demetrio Albertini, che però ha ribadito più volte che non si candida. Quanti voti avrebbe, l'ex campione azzurro? 30% da calciatori-allenatori, più circa il 4-5% della Lega maggiore? Troppo poco per fermare Tavecchio. Se Albertini dovesse dire di no sino alla fine, sino al 27 luglio, potrebbe sbucare fuori una candidatura di bandiera (Perrotta?). Ma sarebbe perdente e spaccherebbe il mondo del pallone. Sempre domani, Andrea Agnelli, n.1 della Juventus, sarà a Roma e vedrà anche Giovanni Malagò. Il Coni sta alla finestra, ma al Foro Italico non si sarebbe spiaciuto un commissariamento (con Giulio Napolitano) per riscrivere quelle regole che il mondo del calcio sinora non è riuscito a cambiare. Quasi certo che il commissario non arriverà: il mondo del calcio troverà un presidente. Almeno per due anni. Sono in molti, da Pancalli ad Abodi, ad attendere che il candidato presidente parli di programmi. Lo stesso Marcello Nicchi, n.1 dell'Aia, spiega: "Io al momento non mi esprimo: voglio capire però cosa ha in mente chi si candiderà alla presidenza Figc. E dico che sono più che orgoglioso dei miei arbitri e dei miei dirigenti. Ce lo stanno riconoscendo in tanti".